Retrocessioni in MLS, Deloitte: "Il calcio USA imiti il modello europeo"

Mentre in Europa ci si confronta sulla possibilità di inserire un torneo senza retrocessioni come potrebbe essere la Superlega, una società di consulenza come Deloitte suggerisce alla MLS statunitense di…

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Mentre in Europa ci si confronta sulla possibilità di inserire un torneo senza retrocessioni come potrebbe essere la Superlega, una società di consulenza come Deloitte suggerisce alla MLS statunitense di diventare più europea e adottare una piramide che comprenda anche la mobilità tra diverse categorie.

Un rapporto della società evidenzia infatti i vantaggi per il calcio professionistico nel Paese.

Il rapporto – che è stato commissionato da Riccardo Silva, proprietario dei Miami FC, di cui Paolo Maldini è socio e Alessandro Nesta allenatore – sostiene che l’introduzione di un sistema a piramide, per molti anni oggetto di acceso dibattito, avrebbe fornito “una grande opportunità” per capitalizzare il crescente interesse della nazione nel mondo del calcio.

Si tratterebbe peraltro di una curiosa svolta. A proporlo già nel giugno 2015 fu Jurgen Klinsmann, che negli ultimi giorni è stato sollevato dal suo incarico di ct della nazionale, tornata nelle mani di Bruce Arena.

Secondo la relazione i fan degli Stati Uniti vogliono anche vedere una crescita dell’impegno (oltre che una struttura simile a quella del calcio europeo, che chiaramente è il riferimento).

 

Secondo Deloitte l’introduzione di promozioni e retrocessioni nel sistema attuale farebbe aumentare le presenze allo stadio e l’interesse radiotelevisivo del prodotto oltre a migliorare i ricavi commerciali dei club e riflettersi pure sulla possibilità di crescita dei giocatori.

Chiaramente il sistema calcio americano non è pronto per un salto del genere. Il problema di fondo è sempre quello del gradino economico tra i vari livelli: un dilemma che anche in Europa (dove alcuni paesi come Italia e Inghilterra hanno introdotto i “paracadute” finanziari per chi retrocede) non è ancora stato risolto.

A proposito di formazione dei calciatori la paura maggiore è che tanti ragazzi arrivati ad un certo livello giovanile, se non immediatamente pronti per la MLS non trovino uno sbocco che permetta loro di continuare la loro crescita calcistica.

 

Deloitte, nel rapporto, segnala anche che non si tratta di una critica al sistema USA, a cui anzi si riconoscono i grandi passi avanti fatti dal 1994 ad oggi, ma semplicemente di una spinta all’innovazione e al miglioramento.

 

Dalla MLS finora è arrivata una chiusura totale. Il vicepresidente Mark Abbott ha accusato Deloitte in una intervista al Daily Telegraph di essere guidata da interessi secondari (quelli del presidente Silva il cui club è nella NASL) puntando l’accento sul fatto che “si ignora l’aspetto fondamentale, ovvero che per crescere il calcio professionistico USA ha bisogno di investimenti di centinaia di milioni, se non miliardi, di dollari (dai calciatori, al marketing, alle infrastrutture): impegni che l’ipotesi di retrocessione scoraggerebbero”.

Naturalmente vi sono ragioni da entrambe le parti.

A tal proposito il commissioner della NASL Bill Peterson ha provato invece ad essere più aperto parlando di “maggior cooperazione tra le leghe in futuro”.

Una cooperazione che difficilmente includerà promozioni e retrocessioni, anche se Deloitte ha alzato il livello del dibattito.