La più grande operazione anti-streaming: il gip di Roma fa oscurare 152 siti pirata

Duro colpo allo streaming illegale in Italia. Su disposizione del tribunale di Roma sono stati infatti sequestrati 152 siti internet che offrivano gratis eventi sportivi, partite di calcio e film in…

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Duro colpo allo streaming illegale in Italia. Su disposizione del tribunale di Roma sono stati infatti sequestrati 152 siti internet che offrivano gratis eventi sportivi, partite di calcio e film in streaming.

Il procedimento, si legge nel provvedimento del gip, era stato aperto il 17 ottobre scorso a seguito “della comunicazione della notizia di reato del Nucleo Speciale per la radiodiffusione e l’editoria della Guardia di Finanza a tutela degli enti titolari dei programmi diffusi”. Oggi il decreto che dispone l’oscuramente dei diversi portali “pirata” è stato notificato ai provider utili per l’accesso ad internet in Italia: Rojadirecta.tv, socceryou.com, filmsenzalimiti.co e altadefinizione.video, questi sono alcuni dei portali oscurati.

L’avvocato Fulvio Sarzana, che assiste alcuni operatori di rete, sostiene che “si tratta del sequestro più imponente della storia dell’Internet italiano, in virtù del numero di siti coinvolti. In precedenza il numero più alto di portali coinvolti in una singola operazione di sequestro era stato di 124 siti (nello scorso gennaio, in seguito ad una denuncia di Sky Italia, ndr)”. Per dare un termine di paragone – ha continuato il penalista – “basti pensare che in tre anni di attività sul diritto d’autore l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, con un notevole dispendio di energie e di personale, ha effettuato piu’ o meno lo stesso numero di inibitorie di quanto accaduto oggi con un singolo atto dell’autorita’ giudiziaria”. Il gip ritiene che i siti individuati, anche con il numero di ‘IP’, violino le norme sul diritto d’autore: la loro fonte di guadagno principale, inoltre, è legata ai banner pubblicitari inseriti nel corso delle trasmissioni in percorsi che lo spettatore è obbligato a seguire.