Delegare la gestione degli stadi italiani a un fondo che possa sfruttare l’economia di scala e sostenere senza affanni i costi per ammodernare gli impianti vecchi, troppo vecchi. Il sogno della Lega di Serie B è ad un passo dalla realizzazione: i comuni proprietari degli impianti, Invimit (la SGR del Mef) e una società del risparmio gestito (da individuare) sono pronti a mettere insieme le risorse per finanziare la rinascita degli impianti sportivi pubblici. Il progetto dovrebbe partire prima della fine dell’anno e sebbene sia stato pensato nei dettagli da B Futura, la società della Lega B dedicata all’ammodernamento degli stadi, non è escluso che possano approfittarne anche città di A.
Massimo Ferrarese, presidente di Invimit, spiega a Calcio e Finanza che ci sono state manifestazioni di interesse da molte SGR, sia italiane che straniere, e sono tanti i comuni che vogliono far confluire le loro strutture sportive nel fondo. L’obiettivo è alleggerire i conti delle amministrazioni e permettere i lavori di ristrutturazione che sono impossibili da sostenere per le casse pubbliche: “Il fondo, composto da una sola SGR, da Invimit e dai comuni che decideranno di farne parte, gestirà più stadi italiani”, spiega Ferrarese.
Una amministrazione locale potrà “trasformare il valore del suo bene immobiliare in quote azionarie del fondo” che di fatto diventerà il proprietario dell’impianto sportivo e potrà sfruttarne tutte le capacità, anche commerciali. Così, “quello che il comune oggi non riesce a fare, lo farà il fondo che sarà specializzato nella gestione delle strutture sportive e non solo quelle dedicati al calcio”, sottolinea Ferrarese. L’apertura è verso i palazzetti che ospitano partite di basket, mondo noto al numero uno di Invimit che in passato è stato il patron della pallacanestro a Brindisi.
Secondo i piani, nel giro di alcuni anni la somma investita per ammodernamento e sviluppo delle attività collaterali dovrebbe rientrare, per la serenità dei soci. Il nuovo soggetto finanziario, avendo in pancia diverse strutture in giro per l’Italia, oltre ad incassare quello che oggi spetta ai singoli comuni, potrebbe abbattere i costi di gestione degli impianti grazie alle economie di scala e potrebbe essere in grado di offrire a clienti terzi servizi in diverse location nazionali a prezzi stracciati – ad esempio, concerti estivi da tenere sia al San Nicola di Bari che al Menti di Vicenza.
Ad aprire un primo squarcio sul progetto studiato dalla Lega B è stato il suo presidente, Andrea Abodi, in occasione dell’audizione in Commissione istruzione e beni culturali al Senato. Il numero uno dei cadetti in quell’occasione ha spiegato che l’idea, portata avanti per più di sei mesi nel silenzio, è nata dalla necessità “di tirar fuori dal perimetro della proprietà pubblica queste infrastrutture”. Dopo un dialogo con CDP, “che adesso valuterà cosa fare”, è stata scelta la strada di Invimit: grazie al ‘Fondo di Fondi’ la SGR del Mef può investire centinaia di milioni di euro in target istituiti e gestiti da terzi.