La nuova riforma della Champions League porta già al primo scontro. Le modifiche in atto dal 2018/19 sono infatti finite nel mirino dell’EPFL, l’associazione europa che riunisce le Leghe delle varie nazioni.
Nessuna protesta, stavolta, da parte dei club, con l’ECA che si è detta d’accordo con le modifiche. A reagire è stata la EPFL, European Professional Football Leagues (un organismo che raggruppa 32 leghe tra cui Serie A, Bundesliga, Liga, Premier League, Serie B e Lega Pro), con un duro comunicato: “L’EPFL – si legge nella nota – ritiene che il processo di scelta condotto dall’Uefa per la riforma della Champions sia stato inaccettabile”.
“Un cambiamento di così grande portata è stato annunciato senza il supporto e il consenso di chi organizza le Leghe nazionali in Europa. La riforma avrà un effetto devastante sui campionati nazionali e porterà a un allargamento del gap, sportivo e finanziario, tra i principali club d’Europa e tutti gli altri, a scapito della competitività”.
“Come risultato della decisione dell’Uefa – prosegue il comunicato -, l’EPFL ritiene che l’Uefa abbia rotto il Memorandum of Understanding (MoU) tra le due organizzazioni. Questa rottura darà alle Leghe Europee la totale libertà di programmare le loro partite come meglio credono, anche ngli stessi giorni e negli stessi orari d’inizio delle competizioni per club organizzate dall’Uefa”. “Infine – conclude la nota – l’EPFL chiede al nuovo presidente dell’Uefa, che sarà eletto la prossima settimana, di riconsiderare la riforma delle competizioni Uefa”.
Tra i membri del consiglio direttivo, la Lega Nazionale Professionisti Serie A è rappresentata da Marco Brunelli, direttore generale della Lega guidata da Maurizio Beretta.
La riforma della Champions, ricordiamo, consentirà alle prime quattro nazioni del Ranking Uefa di avere quattro posti ciascuno a disposizioni per l’accesso delle squadre direttamente alla fase a gironi. Un cambiamento che alzerà, inoltre, anche i ricavi e che ha già portato anche alla protesta dei francesi.