Inter plusvalenza Icardi – Il primo assalto del Napoli di Aurelio De Laurentiis per Mauro Icardi sembra essere stato respinto dalla dirigenza dell’Inter. Il club nerazzurro, secondo quanto riportano i quotidiani in edicola, avrebbe respinto le prime due proposte formulate dal Napoli: 42 milioni in contanti o una ventina di milioni e il cartellino di Manolo Gabbiadini.
Ma De Laurentiis, che ieri mattina è volato in elicottero a Verona per presentare l’offerta a Icardi (all’attaccante argentino è stato offerto un contratto di 5 anni a 5 milioni di euro con la divisione a metà dei diritti d’immagine), potrebbe tornare alla carica alzando l’offerta a 50 milioni.
E l’Inter che fa? Naturalmente non vorrebbe privarsi del suo capitano ma al tempo stesso non intende rinnovargli ora il contratto con relativo aumento (attualmente Icardi guadagna 3,2 milioni netti a stagione) . E l’offerta del Napoli, specie se fosse portata a 50 milioni, potrebbe consentire al club nerazzurro di liberarsi della camicia di forza rappresentata dal settlement agreement stipulato con l’Uefa per lo sforamento dei parametri del Fair Play Finanziario. Un accordo che vincola l’Inter fino al 30 giugno 2017 e che la nuova proprietà cinese del Suning sembra intenzionato a rispettare come dimostra l’insofferenza del tecnico Roberto Mancini, che vorrebbe invece un mercato più aggressivo.
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Se l’Inter dovesse accettare un’offerta per Icardi da 50 milioni gli impatti positivi sui conti sarebbero molteplici. In primo luogo il club farebbe cassa per finanziare il mercato in entrata. Non solo, da un punto di vista contabile una cessione del centravanti argentino a quelle cifre consentirebbe ai nerazzurri di iscrivere nel bilancio 2016/17 una plusvalenza di 43,76 milioni di euro.
Si tratterebbe di una plusvalenza importante quasi quanto a quella da 53,57 milioni fatta registrare grazie alla cessione di Zlatan Ibrahimovic al Barcellona nella sessione estiva del calciomercato 2009/10 per 69,5 milioni. Un’operazione, quest’ultima, che oltre ad avere un impatto positivo sui conti, consentì all’Inter di Mourinho di finanziare gli acquisti, decisivi per la conquista del Triplete, di Samuel Eto’o (27,9 milioni), Wesley Sneijder (18 milioni), Thiago Motta (11,2 milioni) e Lucio (7,85 milioni).

A sette anni di distanza si ripeterà un copione analogo? Molto dipenderà dalla posizione dei vertici del Suning, che nella notte tra domani e mercoledì incontreranno Mancini a New York. Il faccia a faccia tra il tecnico nerazzurro e il presidente Erick Thohir, 90 minuti a Portland, non è servito a ridurre le distanze: la linea della nuova proprietà non cambia sul rinnovo (il contratto da 10 milioni lordi scade nel 2017, lui chiede un triennale) e sul mercato.
Mancini, secondo quanto riportato dalla stampa, continua a pretendere almeno due campioni, un ruolo da manager nella campagna acquisti (finora è stato escluso dalle scelte) e chiarezza sul futuro: non ha ottenuto risposte convincenti su questi aspetti.
Al momento nessuna soluzione si può escludere, dimissioni comprese: l’Inter aspetta la sua decisione prima del ritorno in Italia dalla tournée negli States, il 1° agosto. In caso di divorzio, Leonardo resta il favorito per la panchina nerazzurra; in ballo anche Prandelli, celebre in Cina e stimato dal nuovo proprietario Zhang Jindong.