La Fiorentina fa i conti con il fair play finanziario: con questi ricavi investimenti a rischio

Fiorentina Fair Play Finanziario – Anche la Fiorentina si trova a fare i conti con i paletti del fair play finanziario. La società di proprietà della famiglia Della Valle, pur avendo…

Milan Trofeo Berlusconi

Fiorentina Fair Play Finanziario – Anche la Fiorentina si trova a fare i conti con i paletti del fair play finanziario. La società di proprietà della famiglia Della Valle, pur avendo registrato risultati positivi sia nel 2012 sia nel 2013, a causa del rosso registrato nel 2014 (-37 milioni) e nel 2015 (-16 milioni) è oggi costretta a far di conto per contenere la perdita aggregata entro i limiti imposti dal regolamento ed evitare eventuali sanzioni da parte della Uefa.

Come riportato nella bilancio della Fiorentina al 31 dicembre 2015, consultato da CF – Calcio e Finanza, il risultato aggregato degli ultimi esercizi calcolato ai fini del fair play finanziario segna un rosso di 28 milioni, molto vicino al limite massimo di 30 milioni concesso dall’organizzazione europea del calcio.

La relazione sul bilancio al 31 dicembre 2015 parla chiaro: «Risulta evidente», si legge nel documento, «che per gli esercizi successivi, in particolare per l’ammissione alle competizioni europee dalla stagione 17/18, sarà necessario continuare a ricercare l’equilibrio economico-finanziario”.

Fiorentina Fari Play Finanziario, le prospettive

Come spiega lo stesso club, «per le prossime stagioni, la società dovrà presentare bilanci riclassificati, in base ai parametri del Fair Play Finanziario, che presentino valori positivi in modo da non dover incorrere in richiami o sanzioni da parte della Uefa».

Questo perché l’organizzazione europea del calcio valuta la salute finanziaria di una società in base al valore aggregato degli esercizi del triennio appena precedente la stagione di riferimento (ai tre anni si può aggiungere anche il quarto, come fa la Fiorentina). Fino alla stagione 2014-2015 la perdita aggregata – previa ricapitalizzazione – poteva ammontare fino ad un massimo di 45 milioni di euro; dall’annata 2015-2016 l’asticella è scesa a 30 milioni in aggregato – sempre da ripianare.

La Fiorentina, che nel 2012 e nel 2013 ha brillato con bilanci in utile, si ritrova ora con un dato aggregato negativo di 28 milioni di euro, appunto molto, molto vicino al limite consentito dalla Uefa di 30 milioni.

È la somma dei bilanci riclassificati ai fini del fair play finanziario dei quattro anni precedenti alla ipotetica (e piuttosto probabile) partecipazione alle Coppe europee che partiranno nel 2016: quindi la risultante dei 10,1 milioni del 2012 più i 9,4 del 2013 meno i 40,5 del 2014 e meno i 7 per il 2015 (con quest’ultima cifra che rappresenta, come spiega il club, solo “una stima”). Totale: -28 milioni di euro, e cioè salvi per un pelo. 

Fiorentina Fair Play Finanziario, le stime del club
Fiorentina Fair Play Finanziario, le stime del club

Bisognerà tornare a usare le calcolatrici il prossimo anno ed è per questo che nella relazione allegata al bilancio non si parla delle Coppe 16/17, ma di quelle 17/18. Per la prossima stagione la squadra (e i tifosi) sono salvi, rischieranno di soffrire per la Viola quando per i parametri del fair play finanziario non potranno più essere considerate le due stagioni virtuose di quattro e tre anni fa. Una soluzione potrebbe essere quella di vendere alcuni pezzi pregiati della rosa anche se, come ha evidenziato in passato il il dg Andrea Rogg, «le plusvalenze non sono state sufficienti a coprire i costi».

Fiorentina Fair Play Finanziario, la leva dei ricavi

Il vero tema per la Fiorentina e in particolare per la competitività futura della squadra riguarda i ricavi, ancora troppo lontani dalle grandi della Serie A, anche in virtù di un sistema di ripartizione dei diritti televisivi che penalizza la società viola.

«Per superare il tetto dei 100 milioni di fatturato serve anche il progetto dello stadio, su cui c’è un lavoro continuo con il Comune, gli incartamenti sono presentati e crediamo di avere un riscontro entro la fine dell’anno», aveva spiegato ad inizio stagiono lo stesso Rogg, «e per incrementare i proventi, non da plusvalenze sportive, a livello aziendale, l’altra via deve essere quella del marketing, creando un flusso continuo con la città di Firenze ed anche con il suo turismo».

Senza poter azionare queste leve alla Fiorentina non resta che coprire il gap tra ricavi e costi attraverso le plusvalenze derivanti dalla cessione dei calciatori.