Noordin Bari cv Finmeccanica – Datò Dr Noordin Ahmad si è goduto il suo bagno di folla ed è stato presentato con tutti gli onori del caso. Da oggi è un volto noto: entro fine maggio sarà formalizzato il passaggio del 50% delle quote della Fc Bari 1908 nelle sue mani e diventerà il socio di riferimento del club. Al suo fianco l’attuale presidente, Gianluca Paparesta, che manterrà il 45% e Cosmo Giancaspro, che chiude la torta con il restante 5%. Questo l’assetto, ma ieri nessuna risposta a chi ha posto domande semplici: quanti soldi investe, che capacità economiche ha, cosa ha fatto in passato il tycoon malese?
L’unico appiglio per il curriculum è una collaborazione “ventennale” con Finmeccanica. Contattata, la società aerospaziale made in Italy parla di una consulenza commerciale con Noordin Ahmad che “risale a circa dieci anni fa”. È stata l’avvocato Grazia Iannarelli, tra i protagonisti della trattativa, a tirare in ballo Finmeccanica (minuto 57 circa del video): Noordin, ha detto rispondendo ad una domanda, “è stato per 20 anni advisor di Finmeccanica, penso che sia una società italiana che tutti conosco. Penso che sia così molto più semplice raggiungere chiunque lavori lì o abbia lavorato con lui”. Questo, secondo l’avvocato, darebbe “il massimo della garanzia” sul tycoon.
Sulle altre (“miriadi”, copyright Iannarelli) imprese non una parola, “per riservatezza” è stato spiegato. Così come sulle cifre dell’accordo con Paparesta che sembra essere blindato. Molte promesse, in compenso: Bari ambisce a diventare “the best of the best” e i tifosi potranno sognare. Si parla di Champions e di risultati ambiziosi; si citano sponsor (Petronas) e fondi di investimento pronti a sbarcare in Puglia; si racconta di progetti ambiziosi per creare una academy biancorossa dedicata a far crescere i talenti malesi. I numeri, non pervenuti, al netto di una indiscrezione filtrata sull’acconto da 2,5 milioni di euro.
Sarà la Lega di Serie B a chiedere chiarimenti sulla solidità finanziaria del promesso socio di riferimento biancorosso, subito dopo la formalizzazione dell’accordo. All’indomani del caso-Parma, infatti, la FIGC ha imposto stringenti criteri per chi sceglie di investire nel pallone con quote superiori al 10%. “La solidità finanziaria dei soggetti interessati alle acquisizioni societarie – dice la FIGC – dovrà essere riconosciuta da almeno un istituto di credito di primaria importanza nazionale e/o estera, che ne dovrà attestare la solvibilità rispetto agli impegni assunti e la liceità della provenienza delle risorse finanziarie”.
Non solo: la documentazione deve essere presentata alla Lega di appartenenza – quindi alla Serie B, in questo caso – e la mancanza dei requisiti (anche di uno solo) “non consente il riconoscimento, ai fini sportivi, del trasferimento delle quote e/o azioni all’Acquirente e determina l’impossibilità per la Società sportiva di associarsi alla Lega per la stagione sportiva immediatamente successiva all’Acquisizione”, scrive la FIGC.
Con il deal chiuso entro maggio – poniamo il caso, il 30 – a fine giugno il Bari dovrà presentare la documentazione, altrimenti l’affare di fatto salterebbe. Visto questo meccanismo ben studiato dal calcio italiano (solo dopo il caso-Parma), non si comprende il silenzio di ieri sul budget e su quanto debba investire Noordin Ahmad per rilevare la metà del club. La sola emersa ieri, insomma, è la cifra che sarebbe stata data in acconto da Noordin al momento della sottoscrizione del preliminare con Paparesta: 2,5 milioni di euro. Soldi cash buoni per pagare gli stipendi giusto qualche ora prima della scandenza del 16 aprile: se fosse saltata questa data il Bari avrebbe rischiato uno o due punti di penalizzazione la prossima stagione.