Due italiani hanno inventato l'Uber dello sport

Si chiama Wadago.it ed aspira a diventare l’Uber dello sport. O se preferite l’Airbnb delle strutture sportive. Wadago è una piattaforma web e mobile ideata e realizzata da Maurizio e…

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Si chiama Wadago.it ed aspira a diventare l’Uber dello sport. O se preferite l’Airbnb delle strutture sportive. Wadago è una piattaforma web e mobile ideata e realizzata da Maurizio e Giovanni Armentano che permette a chiunque di ricercare, partecipare o organizzare eventi sportivi in modo semplice ed intuitivo. Un momento molto importante per la promozione sarà l’Olimpiade di Rio de Janeiro, dove la piattaforma sarà presente con alcune iniziative, anche lanciando la versione brasiliana.

La registrazione è gratuita. Tre i profili: atleta, istruttore o struttura.

Gli atleti possono vedere gli eventi organizzati nelle vicinanze (qualcosa di simile è già stato fatto ad esempio da altre piattaforme come Fubles che organizza partite di calcetto tra amici) oppure organizzare i propri eventi per condividere la propria attività con altri amici.

Gli istruttori possono invece iscriversi per insegnare attività sportive ed autopromuovere le proprie lezioni. Una opportunità esattamente come quella dei guidatori di Uber: il profilo permette di individuare l’istruttore e di verificarne l’affidabilità in base ai feedback delle sue attività precedenti. In questo caso le attività sono a pagamento e gli atleti possono pagare acquistando coupon.
La categoria struttura è invece dedicata a tutti centri sportivi (quali palestre, piscine, scuole di tennis, yoga ecc…) e permette loro di autopromuovere le proprie iniziative, attività, corsi, a cui gli atleti o istruttori possono partecipare acquistando coupon per l’affitto delle sale non ancora occupate. Un aspetto quest’ultimo molto importante: le strutture potranno mettere a disposizione i loro spazi anche con coupon giornalieri. Sarà la fine dei lunghi abbonamenti alle palestre?
Un aspetto interessante di Wadago è che non vi è solo la possiblità di organizzare e partecipare ad eventi ma pure quello di condividerli nella propria rete sociale. Non solo sharing, quindi, ma anche social. Molto importante, in particolare, è proprio il rapporto che si crea tra singoli sportivi o con gli istruttori: tutti possono giudicare tutti, anche – naturalmente – le strutture.
Facile immaginare che il successo di una operazione del genere potrebbe portare in futuro ad alcuni cambiamenti nel modo di organizzare la vita delle palestre (istruttori in sharing) o degli stessi club sportivi (pensiamo soprattutto a club minori).
Importantissimo sarà l’interesse degli investitori: per crescere la piattaforma avrà bisogno di fondi importanti, come accaduto del resto per tutte le iniziative di queso tipo.