Riassetto televisivo, chi rischia di più è Cairo con la piccola La7

Televisione italiana La7 Cairo Torino. Nella tv generalista, quella che in Italia si spartisce la gran parte degli investimenti pubblicitari del mezzo, si sta scatenando una guerra tra big. Veri…

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Televisione italiana La7 Cairo Torino. Nella tv generalista, quella che in Italia si spartisce la gran parte degli investimenti pubblicitari del mezzo, si sta scatenando una guerra tra big. Veri big. E se poi andasse in porto l’alleanza di Vivendi con Mediaset nella pay tv di Premium, con un respiro europeo, c’è da scommettere che Sky non starà con le mani in mano sulla Penisola. L’analisi complessiva è del quotidiano ItaliaOggi, da sempre attento ai movimenti del mondo televisivo nazionale e capace spesso di anticiparne le tendenze.

Ora, ai primi nove tasti del telecomando, quelli che contano, si stanno dando battaglia cinque gruppi televisivi: il più grande è Sky plc, che al momento controlla solo Tv8, ma che, da solo, fattura in Europa circa 15 miliardi di euro all’anno.

Segue Discovery communications, con il canale Nove, e che ha ricavi globali per 5,7 miliardi di euro.

Quindi Mediaset, con i suoi tre classici canali Rete 4, Canale 5 e Italia Uno, e un fatturato attorno ai 3,4 miliardi di euro.

E poi la Rai, coi suoi tre primi canali pubblici, e un fatturato attorno ai 2,2 miliardi di euro che potrebbe salire a 2,6 mld se andrà in porto la riforma del canone in bolletta elettrica.

Al tasto 7 si gioca invece la sua diffi cile sfi da il gruppo Cairo communication: il Davide La7 contro i giganti. Un gruppo, quello di Urbano Cairo, che ha un fatturato di 260 milioni di euro, quasi 60 volte più piccolo di Sky plc, per dare una idea.

È piuttosto prevedibile come andrà a fi nire la favola: Tv8, grazie agli enormi investimenti che si può permettere il suo azionista di controllo Sky, sfornerà contenuti pregiati che faranno presto crescere gli ascolti, con previsioni di 3% di share a fine 2016.

Pure Discovery andrà a profilare sempre meglio il target di Nove, rastrellando investimenti pubblicitari. La concorrenza a La7 sarà sempre maggiore. E Cairo, che già nel 2015 ha chiuso l’esercizio di La7 con un ebit negativo, non avrà, ovviamente, la forza fi nanziaria per sostenere la battaglia con questi colossi.

Se poi, come detto, Vivendi-Mediaset andranno veramente a rompere le uova nel paniere della pay tv, che è il core business di Sky, è scontato che il broadcaster satellitare, come peraltro ha già iniziato a fare, proseguirà il suo consolidamento nella tv in chiaro. Proponendo a Cairo, per la sua La7, una offerta che non potrà rifi utare.