«Il top management di Wanda Group e quello di Infront Group supportano i manager della subsidiary italiana coinvolti nelle indagini. Non sussiste peraltro alcuna intenzione di implementare modifiche a livello di management italiano». Il 12 novembre scorso Infront replicava così alle indiscrezioni di stampa secondo cui Dalian Wanda Group, il colosso che nei mesi scorsi ha rilevato il controllo di Infront, avrebbe anche preso in considerazione la possibilità di rivedere la struttura di vertice della stessa Infront Italy, attualmente guidata da Marco Bogarelli, dopo il coinvolgimento di quest’ultimo e di altri due manager (Giuseppe Ciocchetti e Andrea Locatelli) nell’inchiesta della Procura di Milano sui diritti tv della Serie A e sulle attività della fiduciaria elvetica Tax & Finance.
L’ipotesi di un possibile rimpasto ai vertici di Infront Italy, smentita meno di una settimana fa, viene oggi rilanciata dal quotidiano La Repubblica, che dedica alla vicenda ben due articoli. Nel primo, a firma di Marco Mensurati e Emilio Randacio, il quotidiano romano cerca di ricostruire attraverso le informative della Guardia di Finanza che hanno dato origine all’inchiesta, il modus operandi di Tax & Finance (uno studio svizzero di commercialisti specializzato nella creazione e gestione dei fondi neri, scrive Repubblica) e il suo rapporto con Infront.
Nel secondo articolo ci si sofferma invece sul piano che sarebbe stato messo a punto da Wanda Group per dare continuità di gestione in caso di «impedimento» dei manager di Infront Italy.
Dalian Wanda, il nuovo padrone cinese del colosso dei diritti tv, ha acceso da qualche mese un faro sulla gestione della controllata tricolore – si legge in un articolo a firma di Ettore Livini – e nelle scorse settimane, pressata dall’escalation del lavoro dei pm, ha iniziato a rivedere l’organigramma della società con un riassetto che assomiglia molto a un mini-commissariamento di Bogarelli e del management storico.
Repubblica cita un passaggio del verbale del consiglio di amministrazione di Infront Italy dello scorso 28 ottobre dal quale emerge che proprio in occasione della riunione del board è stata esaminata «l’opportunità di procedere all’attribuzione dei poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione per l’eventualità che i membri del consiglio non possano esercitarli».
Una formula burocratica dietro la quale, secondo Repubblica, si nasconderebbe il timore della casa madre che le indagini di cui sono oggetto i dirigenti possano prendere in tempi brevi una brutta piega.
Dalian Wanda – scrive ancora il quotidiano – è evidentemente convinta che il rischio esista e sia serio. E così ha deciso di distaccare sul delicatissimo dossier Italia (la controllata più redditizia fino ad oggi per il gruppo) Wolfgang Ernst Otto Streit, responsabile della finanza e delle questioni legali della casa madre e Thomas Oehringer, il numero due della stessa divisione.
Sarebbe stata predisposta dunque un’unità di crisi cui affidare «i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione soltanto in caso di assenza o di impedimento dei consiglieri delegati». Delibera votata all’unanimità con l’ok dello stesso Bogarelli.
Aggiornamento del: 18 novembre (10.37):
Con un comunicato ufficiale del 18 novembre Infront ha precisato.
In riferimento all’articolo “Trema il regno di Bogarelli: pronti i sostituti” pubblicato oggi dal quotidiano La Repubblica, Infront Sports & Media vuole chiarire che quanto scritto si basa su informazioni fuorvianti e incomplete. Infront non è stata contattata prima della pubblicazione dell’articolo per verificare i fatti.
Le modifiche del board di Infront Italy fanno parte di un ampio programma di razionalizzazione di tutti i Consigli di Amministrazione a livello di Gruppo Infront, definito a maggio 2015.