Se le nuove norme introdotte dalla Figc sui bilanci dei club fossero già a pieno regime, solo cinque società avrebbero potuto iscriversi al prossimo campionato di Serie A. E’ quanto afferma il presidente della Federcalcio, Carlo Tavecchio, in un’intervista alla Gazzetta dello Sport dove respinge le accuse di inerzia della federazione rispetto ai problemi finanziari (e non solo) del calcio italiano. La Figc, ha spiegato Tavecchio, “ha preso una serie di norme, apprezzate anche da Palazzo Chigi, per evitare nuovi casi Parma che purtroppo, e non per nostra volontà, non possono scattare subito, ma nel giro di quattro anni, in maniera progressiva. Se fossero state operative già da quest’estate, si sarebbero iscritte cinque società al prossimo campionato di A“.
“Quest’anno ci siamo letti tutti i bilanci”, spiega ancora il presidente della Figc, “ci sono società in difficoltà, anche di grandi città. Le abbiamo avvertite che dalla prossima stagione vanno rispettati certi parametri, altrimenti sono fuori. Sono preoccupato dagli impegni a breve dei club: si può andare avanti per un anno, poi bisogna svoltare. Il sistema sta in piedi come sul Titanic… Un altro caso Parma non possiamo permettercelo. Non risolveremo le cose subito, ma con un piano quinquennale, direi brezneviano, possiamo risanare il calcio italiano e salvarlo dal crac”.
Tavecchio non si limita a rivendicare i meriti della federazione, ma va anche all’attacco della Lega, prendendo (almeno sulla carta) le distanze dai sui grandi elettori: il presidente della Lazio, Claudio Lotito, e quella (sfiduciato) della Lega Pro, Mario Macalli. “Io gestivo serenamente la Lega Dilettanti, che ho portato da 0 a 100 milioni di patrimonio. Quando mi hanno chiesto di candidarmi, calciatori e allenatori avevano già scelto Albertini. Io avevo il blocco dei dilettanti, un 34%, dovevo allearmi con qualcun altro per essere eletto, e chi era rimasto? Il problema è la legge Melandri, che ha assegnato alle leghe il 68% dei consensi. È il sistema che mi ha imposto questo matrimonio”. A Lotito “volevano che gli assegnassi la vicepresidenza vicaria della Figc, e mi sono opposto. Poi, dopo la famosa telefonata con Iodice, sono stato io a togliergli la delega alle riforme del calcio”.
Sul rischio commissariamento evocato dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, in caso di inizio in ritardo dei campionati, e in particolare quelli di Serie B e Lega Pro, a causa degli illeciti emersi nel caso Catania-Pulvirenti, Tavecchio si è invece mostrato ottimista di poter evitare tale circostanza. “Noi abbiamo l’obbligo di rispettare solo la data comunicata all’Uefa dell’inizio della Serie A. La B e la Lega Pro possono cominciare a fine agosto o a settembre. L’importante è che prima si sia fatta reale pulizia”.
Infine sul contenzioso che oppone la Figc alla Juventus, Tavecchio ha affermato: “Confidiamo di chiudere il contenzioso entro l’inizio della prossima stagione”.