Non sappiamo come si dica in catalano, o in arabo. In francese c’è un detto: tout se tient. Tutto si incatena. Un detto che è più di una sensazione, quando si parla dell’addio di Xavi Hernandez al Barcellona.
Dopo quasi 25 anni e 23 trofei (uno all’anno in pratica), uno dei centrocampisti più forti della storia del calcio moderno ha deciso che a fine anno non indosserà più la maglia Blaugrana. Non si tratta però di un addio definitivo al campo: il giocatore finirà la propria carriera in Qatar, all’Al Sadd. Che del Qatar è una sorta di Barcellona, essendo un club con molti trofei in bacheca. Ma non è l’unico punto di contatto con il club neo-campione di Spagna.
I punti di contatto Barcellona-Qatar
La Qatar Airways è jersey sponsor del Barcellona dal 2013/14, da quando ha cioè preso il posto della Qatar Foundation. Non è cambiato nulla, insomma, tranne che in caso di vittoria della Champions la compagnia aerea qatariota verserà 5 milioni in più di bonus al club, oltre ai circa 96 totali previsti dal contratto triennale. Al lancio della nuova partnership, furono cinque i giocatori scelti dal club come primi uomini immagine: Puyol, Iniesta, Messi, Neymar e Xavi.
Un altro punto di contatto tra il Qatar e il Barcellona è Josep Colomer, osservatore della Masia. Fu lui a portare ai campi di allenamenti delle giovanili Blaugrana un ragazzino gracilino ma fortissimo con i piedi: Leo Messi. Conoscendo l’abilità nello scovare talenti, nel 2007 Tamim bin Hamad Al Thani, che all’epoca dei fatti è erede al trono designato del Qatar, lo chiama per affidargli la conduzione di un progetto mastodontico: l’accademia Aspire.
Secondo un’indagine condotta dal New York Times, negli anni la Aspire ha condotto ricerche e visionato oltre 3 milioni di ragazzi in giro per il mondo, dedicandosi in particolare all’Africa. Dopo aver aperto la sede principale a Doha, ne è seguita un’altra in Senegal. Quindi una terza, in Europa. Qui la famiglia Al Thani ha fatto la spesa: dopo il Psg, i reali del Qatar hanno aperto un’accademia Aspire in Belgio per poi comprare un club non di primo piano, il Kas Eupen.
Un uomo immagine per il Mondiale 2022
Tutto è stato pianificato nei minimi dettagli. Basta seguire il filo della famiglia Al Thani. Che possiede il club dell’Al Sadd tramite lo sceicco Mohammed Al Thani e l’accademia Aspire tramite un altro sceicco della famiglia reale, Jasim. Tutti figli dell’ex emiro Hamad bin Khalifa Al Thani. E tutti futuri capi di Xavi, che ha appena firmato un contratto di 3 anni (pare da 10 milioni di euro a stagione, ma l’interessato non ha voluto commentare) con l’Al Sadd e che al contempo lavorerà pure per la Aspire.
In molti sono pronti a scommettere che, nel 2022, ai Mondiali il ct della nazionale padrona di casa sarà proprio Xavi. Di certo c’è che il Qatar sta lavorando per far indossare al giocatore un ruolo da uomo immagine, per promuovere la Coppa del mondo (di cui brand ambassador è stato ance Guardiola, ex tecnico del Barcellona). Non è un caso che lo sceicco Mohammed Al Thani abbia presieduto il comitato che ha presentato la candidatura alla Fifa per Qatar 2022. A lui in realtà interessano di più i cavalli, ma il padre gli ha fatto capire che puntare sul calcio è essenziale. Prima ha piazzato il figlio Tamim alla guida del Psg, usandolo come primo veicolo d’immagine del Mondiale. Poi ha messo un altro figlio alla Aspire, che attraverso il Kas Eupen non vuole tanto naturalizzare giovani talenti nella futura nazionale qatarina, quanto usare il club come loro trampolino di lancio verso il calcio che conta. Quindi, ha fatto arrivare Xavi in Qatar, per unire esperienza tecnica e immagine: da ultimo, lo sponsor tecnico dell’Al Sadd è la qatarina Burrda e in vista della Coppa del mondo, un po’ di pubblicità non fa mai male. Tout se tient.