Esiste un torneo dove la cosa più importante non è vincere, ma esserci. Non sono i Giochi Olimpici. Ma è il Mondiale per club Fifa. Perché vincendo non ti metti in tasca molti soldi. Ma hai la possibilità di sfruttare un torneo che si gioca in un nuovo mercato. Cos’m come accadrà quest’anno. Dopo aver girato tra Emirati Arabi e Marocco, è ufficiale: il Mondiale per club Fifa torna in Giappone. Dopo le edizioni disputate dal 2005 al 2008 e dal 2011 al 2012, il Paese tornerà ad organizzare la massima competizione mondiale per club. L’accordo tra la Fifa e la federazione nipponica è biennale, per il 2015 (si giocherà dal 10 al 20 dicembre) e 2016. Ancora da decidere le sedi che ospiteranno la competizione. Il Giappone iscriverà al torneo la formazione che si aggiudicherà la J-League.
Insomma, la Fifa dimostra ancora una volta di voler fare del Mondiale un torneo itinerante, che copra quei Paesi che nel calcio moderno rappresentano nuovi mercati. Non è un caso che, dopo la prima edizione sperimentale giocata nel 2005 in Brasile, il Mondiale si sia sempre giocato tra Giappone, Emirati e Marocco. E a partecipare non ci sono solo i campioni d’Europa e d’Asia, ma anche i rappresentanti di tutti i continenti, con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista della visibilità.
I veri ricavi per i club sono nei Paesi del torneo, non nei premi
Ciò che conta non sono i soldi da dare alle squadre. O meglio: ciò che conta, per i club, è giocare in mercati appetibili: lì stanno i veri ricavi, non tanto nella vittoria del torneo. Nel 2010, anno in cui si giocò negli Emirati Arabi, la Fifa distribuì alle squadre partecipanti 16,5 milioni di euro. Nulla a che vedere con la Champions, certo, ma i premi erano stati livellati sulla grande diversità di introiti tra squadre del Vecchio Continente e il resto del mondo: chi vince la Copa Libertadores si mette in tasca 2,3 milioni di dollari, contro i 10,5 milioni di chi vince la Champions (parliamo del solo bonus per la finale). I premi di quel Mondiale vennero così ripartiti (in dollari): 5 milioni all’Inter, 4 al Mazembe, 2,5 all’Internacional, fino all’ultima classificata che ne prese 500mila.
Quattro anni dopo, il Mondiale per club 2014 si gioca in Marocco. Si può immaginare che i premi in denaro siano aumentati. Invece no: la classifica dei premi resta la stessa. Il vincitore, come emerge dai documenti ufficiali della Fifa, si mette in tasca 5 milioni di dollari, il secondo 4 milioni, il terzo 2,5, il quarto 2 milioni, il quinto 1,5 milioni, il sesto 1 milione,l’ultimo 500mila dollari.
Gli esempi di Bayern e Real Madrid
Dunque, la vera convenienza per il club sta in due fattori: la ricerca di nuovi tifosi e la possibilità di intessere nuovi rapporti e contratti. Due esempi su tutti, in questo senso, sono quelli del Bayern Monaco e del Real Madrid, ovvero gli ultimi due vincitori del torneo. Come ha spiegato qualche mese fa spiegarlo alla rivista Kicker il direttore finanziario del Bayern Monaco, Jan Christian Dreesen “Più di 100 milioni di telespettatori cinesi hanno visto il nostro match contro il Guangzhou nel Mondiale per Club del 2013. Se solo l’uno per cento di loro acquistasse un cappellino del Bayern, noi avremmo l’opportunità di incrementare i nostri introiti e continuare a crescere”.
Il secondo esempio è quello del Real Madrid, che grazie alla partecipazione (con vittoria) del Mondiale 2014 in Marocco, ha anche trovato una importante partnership per il nord Africa. A marzo di quest’anno è arrivato il contratto con la Ooredoo, una società di comunicazione qatariota che non rappresenta una società qualunque, perchè il provider di telecomunicazioni è di proprietà della famiglia Al Thani, la stessa coinvolta nella proprietà del Psg. Ed opera in Paesi come Kuwait, Arabia Saudita, Oman, Tunisia e Algeria. Una partnership storica, perché si tratta della prima volta che un club spagnolo accoglie nel proprio portafoglio un local sponsor africano. Una strategia lungimirante: il Real vuole giocare d’anticipo sulla Cina, che da tempo ritiene l’Africa un territorio che può fornire grandi opportunità di crescita.
E la Fifa guadagna
Ovviamente, il Governo mondiale del calcio può guadagnarci. Tra il 2011 e il 2014, la Fifa ha prodotto ricavi per 4,8 miliardi di dollari. Certo hanno pesato in maniera consistente i Mondiali brasiliani, ma il bilancio Fifa 2014 spiega che la vendita dei biglietti del Mondiale per club è stato il secondo evento del 2014 più importante dopo quello della Coppa del Mondo in Brasile, contribuendo di fatto ai 572 milioni di dollari di ticketing revenues. A questo si aggiungono i ricavi dai diritti tv, che con 2,4 miliardi di dollari rappresentano la seconda voce più importante delle revenues Fifa: il Mondiale per club, scomposto in più gare rispetto alla vecchia Intercontinentale, può assicurare più ricavi. Non è un caso che nel 2007 (due anni dopo la nuova formula del torneo) i ricavi totali erano di 833 milioni di euro, contro i 4,8 miliardi attuali.