“In questo momento ci sono quattro squadre che non hanno concorrenti in termini di fatturato: Real Madrid, Manchester United, Bayern Monaco e Barcellona. Sono seguiti da PSG e Manchester City, che però operano un doping finanziario, con i quali non posso concorrere. Se tolgo questi due club dalla classifica la Juventus sale all’ottavo posto. Il mio obiettivo è raggiungere il quinto posto in tre, quattro anni.
E’ questo l’obiettivo che il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, ha indicato in un’intervista alla tedesca Die Zeit. Il club bianconero ha chiuso la stagione 2013/14 con un giro d’affari pari a 279,4 milioni di euro, che gli sono valsi il decimo posto nella tradizionale classifica stilata da Deloitte sui ricavi dei principali club europei. Una posizione in meno rispetto al nono posto del 2012/13, quando i ricavi erano stati tuttavia più bassi a 272,4 milioni.
Il progetto ha bisogno di una gestione più efficiente della Serie A
“La Serie A andrebbe gestita come la Premier League. E invece si lavora in modo non trasparente con danni alla nostra reputazione all’estero”, ha detto il presidente della Juventus, sottolineando di non essere alla guida dell’opposizione interna alla Lega di Serie A. “Non sono il capo dell’opposizione perché non esiste un governo”, ha fatto notare Agnelli, “Da noi non succede nulla senza l’assemblea dei presidenti. La stessa Lega è debole, non ha nessuna autorità, né un proprio management. Questo porta ad una situazione meno trasparente, come ad esempio nel caso dei diritti tv, e a conflitti di interesse. Sicuramente dobbiamo cambiare alcune idee e comportamenti. Con poche eccezioni i presidenti dei club e i principali funzionari hanno 60-70 anni. Ci sono pochi quarantenni“, continua Agnelli.
Secondo il numero uno bianconero il Parma è la punta dell’iceberg, il sinonimo della cattiva gestione del calcio italiano. “Non mi preoccupa quello che l’Italia pensa dell’Italia, mi preoccupa tanto quello che gli altri pensano di noi, con i relativi danni all’immagine dovuta ai vari scandali. Gli stadi vecchi sono una delle cause della crisi del calcio italiano? Ne sono convinto al 100%”.