Rangers-Proprio ieri, C&F ha rivelato che Robert Server, proprietario della franchigia Nba dei Phoenix Suns, nella notte tra domenica e lunedì ha presentato un’offerta per acquisire una partecipazione dello storico club scozzese dei Rangers Glasgow.
Offerta respinta dagli amministratori dei Rangers secondo i quali, l’offerta pubblica presentata dall’americano, da 18 milioni di sterline (100 milioni di azioni a 18p), seppur favorevolmente accolta dagli stessi, non valorizzerebbe tuttavia una proposta di controllo sulla società. D’altra parte, le necessità finanziarie del club per la fine di gennaio sono impellenti, tanto che gli amministratori e gli azionisti più importanti del club starebbero discutendo un vero e proprio piano per riorganizzare finanziariamente la società attraverso operazioni con tempistica mista (breve e medio termine).
L’influenza di Ashley sulla decisione dei Rangers?
Il rifiuto dell’offerta avanzata da Robert Server è giunto nello stesso momento in cui Mike Ashley, importante azionista dei Rangers (oltre che proprietario del Newcastle United) avrebbe rafforzato la sua presenza nel club nominando un suo socio come nuovo direttore finanziario della società. Un ulteriore tassello ad un intrigo che non sembra aver fine, ma che, tuttavia, non cambia la sostanza.
Infatti, pare che Ashley controlli efficacemente il club, specie dopo il prestito di 3 milioni di sterline del mese di novembre che ha permesso proprio ad Ashley di inserire nel board due suoi uomini di fiducia: dapprima Derek Lambias, che, da direttore non esecutivo ha assunto il ruolo di CEO, poi Barry Leach, come detto, nuovo direttore finanziario del club scozzese. L’arrivo dei due manager, tempisticamente, è seguito agli addii di Graham Wallace, ora ex CEO e del direttore esecutivo Phil Nash, entrambi “costretti” alla decisione a causa della decisiva spinta del veicolo di investimento di Ashley MASH Holdings. Non solo, anche il più fiero oppositore di Ashley nel board, Norman Chrigton, vi è stato estromesso nel mese di dicembre, di fatto, annichilendo parte del fronte contrario.
Con l’addio del duo Wallace-Nash dunque, Mash Holdings ha prestato al club 3 (fondamentali) milioni di sterline per sopravvivere alla crisi, lasciando solo l’attuale presidente David Somers come unico superstite della gestione pre-Ashley.
La situazione attuale: un nuovo Trio per i Rangers
Somers è stato poi fortemente criticato dal capo del gruppo di investimento Laxey Partners (ex “azionista” con la quota maggiore nel club), Colin Kingsnorth, che ha venduto le sue azioni ad un “Trio” di investitori (Taylor, Park e Letham), i quali, grazie all’operazione conclusa di recente (16,32% la quota rilevata), dispongono ora di una quota di partecipazione pari al 19,5% (con il 3,2% già in possesso di Taylor) del capitale del club. Kingsnorth, successivamente, ha sottolineato che la cessione delle sue azioni al consorzio guidato dai “tre orsi” (così ribattezzati), avrebbe lo scopo di creare “una solida opposizione al crescente potere di Ashley”, specie nel processo di acquisizione del club. Trio poi che, secondo Kingsnorth, rappresenterebbe, a tutti gli effetti, la speranza di vedere la società “finalmente nelle mani giuste”.
In aggiunta al Trio, la New Oasis Investment Ltd, veicolo di investimento guidato da Dave King, ex direttore non esecutivo del club, si è assicurato il 14,7% del club, rilevando le quote del Gruppo Artemis e Miton. La notizia dell’offerta proveniente dagli Usa poi è stata accompagnata da quella che ha visto i Rangers ottenere un prestito di emergenza di 500.000 sterline ottenuto dal board guidato da Sandy Easdale. Un’operazione che ha permesso anche di non perdere il giocatore di maggior talento della squadra, Lewis Mc Leoad in procinto di passare al Brentford Fc annunciato la scorsa settimana. Inizialmente infatti, nelle intenzioni degli amministratori, il ricavato ottenuto dalla cessione del giocatore avrebbe dovuto essere utilizzato “come iniezione di capitale circolante per le successive settimane”, mentre, secondo i media, la cessione sarebbe servita a pagare gli stipendi della rosa a gennaio.
Fabio Colosimo