Sport&Values: il futuro del nostro calcio tra FFP, tv, social, tifosi ed etica

“Valore e valori del mondo del calcio” è stato il titolo del convegno organizzato a Milano da Paola Gallas Networking e del quale Calcio&Finanza è stato partner. Un…

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“Valore e valori del mondo del calcio” è stato il titolo del convegno organizzato a Milano da Paola Gallas Networking e del quale Calcio&Finanza è stato partner. Un convegno nel quale sono emersi alcuni dati e temi interessanti, nell’ambito di uno sport, come il calcio, che sta attraversando una grande trasformazione. L’attività più amata in Italia sta sempre più scoprendo la propria dimensione aziendale ma, allo stesso tempo, non vuole lasciare da parte un’altra dimensione, quella etica e sociale.

Riccardo Raffo (partner Deloitte) e Fabio Santoro (Marketing and Audiovisual Rights Director per la Lega Serie A) hanno aperto i lavoro del convegno, incentrando i propri interventi sui numeri del nostro calcio e sul valore che può – e potrà – esprimere alla luce sia del Fair Play Finanziario, sia dell’espansione del mercato dei diritti tv.

“Il calcio tedesco, in particolare la Bundesliga, è in questo momento il modello più efficiente, perché presenta una ripartizione equilibrata delle fonti di ricavo”, ha spiegato Raffo. I numeri in questo senso parlano chiaro. La Bundesliga ricava ogni anno 579 milioni di euro da sponsor, 620 milioni dalle tv, 469 dal matchday e 350 milioni di euro da altri ricavi commerciali. Se si fa un confronto con la massima serie italiana, si scopre che i ricavi sono molto più squilibrati, con un’eccessiva dipendenza dei ricavi dai media (60% del totale, 993 milioni di euro) e una scarsa valorizzazione di quelli da stadio (182 milioni di euro, 13% del totale). “La Bundesliga, inoltre, è il campionato più profittevole, ovvero quello in grado di generare maggiori profitti con 74 milioni di euro, mentre il calcio italiano ha chiuso ancora in perdita, anche se in questa stagione il rosso si è ridotto di 100 milioni di euro”, ha aggiunto Raffo.

Fabio Santoro Serie A Sport&Values
Fabio Santoro, Marketing and Audiovisual Rights Director Lega Serie A (foto Paola Gallas)

Alla luce del confronto non eccezionale con le altre grandi leghe, e con il FFP che incombe, quale futuro attende il nostro calcio? “Il calcio italiano mostra ancora oggi la necessità di generare nuove opportunità di ricavo e continuare il percorso di razionalizzazione dei costi di gestione”, ha sottolineato Raffo. Tra le soluzione prospettate da Deloitte, c’è la riduzione del numero delle squadre in Serie A, oltre ad orari più certi e fissi per le partite e l’investire nell’immagine e nell’etica del nostro calcio, perchè diventi “sport di valore educativo”. In questo senso, la Lega di Serie A ha avviato da tempo un progetto, presentato da Fabio Santoro, in collaborazione con la Uisp e chiamato “Il Calciastorie, storie di integrazione dal profondo del calcio”, per combattere la discriminazione nel nostro movimento e che ha visto anche la presentazione nelle scuole del libro di Matteo Marani dedicato ad Arpad Weisz, ex allenatore dell’Inter e del Bologna di religione ebraica e internato dai tedeschi ad Auschwitz.

La dimensione etica è stata ripresa anche dalla Lega di Serie B, attraverso il lancio di un progetto molto forte in Germania e dedicato al dialogo tra Lega, club e tifosi: è la figura professionale del LSO, il Liasion Supporter Officer. Federico Smanio, ex giocatore professionista e oggi Chief Digital Officer della serie cadetta, si occupa del progetto. “Quando giocavo nelle giovanili del Padova, dopo la partita andavo a vedere quella dei professionisti e lo stadio era sempre pieno, nonostante gli impianti non brillassero per modernità. Quindi il problema non è solo legato agli stadi in sè – e bisogna investirvi su di certo -, ma bisogna saper dialogare con i tifosi. In Germania hanno imparato molto bene con i LSO, noi li abbiamo introdotti e come Lega stiamo lavorandoci con dei workshop dedicati”.

Ma la Lega di B agli stadi ci lavora, basti pensare alla piattaforma B Futura inaugurata nel 2012. Un progetto spiegato nel dettaglio da Lorenzo Santoni, Head of B Futura, e che prevede la condivisione di una sorta di road map per tutte quelle realtà medio-piccole che vogliono investire in un impianto moderno e accogliente. Una road map fatta di 5 passi fondamentali coordinati fra loro da uno studio di fattibilità, poiché “ogni progetto ha una sua storia e una sua dimensione, ovvero un legame particolare con il territorio e la realtà dove dovrà essere costruito”, ha precisato Santoni.

Il tutto senza dimenticare il supporto di società esterne come Infront, che come spiegato da Calcio&Finanza ha di recente instaurato un dialogo con il Brescia per il nuovo stadio. Infront, rappresentata a Milano dal vicepresidente Andrea Locatelli, ha ribadito il proprio impegno nel nostro movimento, a cominciare dal marketing e al supporto di ogni aspetto relativo al pallone, perché “il calcio non può vivere solo di diritti tv”. L’attenzione, d’altronde, si sposta dalla televisione al cosiddetto “second screen”, che può essere il computer così come lo smartphone: “Roma Feyenoord è stata una gara seguita più sui social che non alla televisione. Certo era trasmessa in un canale pay, ma questo ci dà la dimensione di un fenomeno in crescita”, ha spiegato Andrea Valadè, Client Business Partner, Nielsen Sport Europe, proprio perchè “le audience si moltiplicano e si frammentano su più schermi”.

Schermi sui quali passano a volte immagini che non vorremmo vedere. Come quelle di una recente amichevole tra Argentina e Nigeria finita 4-1. E con l’arbitro che nonostante i 4 minuti di recupero fa giocare fino al 97′, perchè “è chiaro che il direttore di gara cercasse l’opportunità per fare segnare il 5° gol della gara, visto che il risultato era stato aggiustato da prima e che per via delle scommesse la partita doveva finire con cinque gol totali”, ha rivelato Marcello Presilla, Integrity Executive per Sportradar, società che si occupa di monitorare l’attività calcistica per evidenziare eventuali problematiche di integrità legate al calcioscommesse, come visto.

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Marcello Presilla, responsabile Integrity Sportradar (foto Paola Gallas)

La dimensione etica è stata al centro della seconda parte dei lavori, che hanno visto la partecipazione di Inter Campus, i cui risultati e progetti sono stati presentati da Marco Capellini di Inter Futura (“L’attività di Inter Campus contribuisce alla crescita del brand Inter e sarebbe bello potessero farlo molti altri club”), ma anche di Giovanni Scanagatta dell’Associazione Italiana Arbitri e di due ospiti che hanno fatto dell’etica nel calcio un cavallo di battaglia. Uno è Carlo Balestri, “inventore” dei Mondiali Antirazzisti: “Siamo al 19° anno di attività, all’inizio eravamo circa un’ottantina di giocatori di calcio, oggi siamo una sorta di olimpiade perchè facciamo anche gare di altri sport come il basket. Non abbiamo gli arbitri, ci auto-regolamentiamo. E a fine giornata, facciamo un dibattito sul tema del giorno”. L’altro è Francesco Giuzio, creatore della squadra di immigrati Optì Pobà, nel cuore della Basilicata: “Abbiamo superato tante difficoltà, tante ne supereremo ancora per portare avanti il progetto di questa squadra di immigrati. Però in molti ci hanno aiutato. Ora stiamo preparando un documentario sul nostro primo anno di attività, per promuoverla ancora di più e raccontare le storie di questi ragazzi”.