TPO – Fifa e Uefa hanno trovato un punto di accordo sulle TPO. Anche se ciò dovrebbe essere una cosa logica, a pochi mesi dalle elezioni del nuovo presidente del’organo mondiale del calcio, i buoni rapporti tra le due entità governative non sono da considerarsi così scontati.
“Nell’ultimo anno una delle nostre principali priorità era aumentare la trasparenza sulla proprietà dei calciatori e posso dire che sono rimasto soddisfatto di quanto ottenuto visto che la Fifa ha finalmente deciso di appoggiare la nostra iniziativa di vietare la proprietà di calciatori da parte dei fondi d’investimento”, ha dichiarato Michel Platini, presidente della Uefa. Il francese non canta vittoria, ma, in un’intervista concessa al sito della Federcalcio portoghese in vista del suo intervento al forum “Football Talks”, “Le Roi” si gode il successo sul fronte delle proprietà da parte di terzi.
Il presidente della Uefa vuole a tutti i costi promuovere il calcio di base e proteggere l’integrità di questo sport, sia dentro che fuori dal campo. “La Uefa ha tanti fronti di battaglia e lottiamo tutti i giorni per garantire lo spettacolo migliore sul campo e la gestione migliore fuori”, ha sottolineato Platini. “Tutti gli anni milioni di euro vengono persi dal calcio a vantaggio di aziende e agenzie che hanno come unico obiettivo quello di sfruttarci. Abbiamo visto giocatori perdere la propria indipendenza ed essere obbligati a giocare per una squadra A o B perchè non sono padroni del proprio destino. Non possiamo accettare che i giocatori siano proprietà di istituti finanziari. Tutti i giorni lotto per proteggere il calcio e ancora ho molto lavoro davanti. Mi piacerebbe, per esempio, arrivare a un punto in cui poter garantire che il calcio è immune ai tentativi di manipolare i risultati ma voglio anche continuare a lottare perchè i club continuino a seguire i nostri principi del fair-play finanziario, sapendo che questi principi garantiscono la stabilità per il futuro”.
La proprietà di terze parti, o TPO, è molto semplice. Un investitore dà i soldi a un club in cambio di una quota sulle future indennità di trasferimento di un giocatore. Molti club, in particolare in Sud America e in Europa Orientale, costruiscono le loro rose intorno alle TPO, sia come una copertura sulle prospettive di crescita di un giovane giocatore sia per raccogliere capitali per le esigenze più immediate. Il sistema è stato descritto come una combinazione di compravendita di azioni e gioco d’azzardo, ma i suoi sostenitori più ferventi lo chiamano “la spina dorsale del calcio mondiale”. Le TPO sono state un fattore chiave, nel bene e nel male, nella carriera di alcuni dei migliori giocatori del mondo, i brasiliani Neymar e David Luiz, l’argentino Ángel Di María, i colombiani Radamel Falcao e James Rodríguez.
Il 19 dicembre la FIFA ha annunciato che imporrà il divieto mondiale sulla proprietà di terzi, dal 1° maggio 2015. La necessità di applicazione è così urgente che la FIFA ha detto che qualsiasi contratto firmato tra il 19 dicembre 2015 e il 1° maggio 2015, che coinvolge degli investitori esterni, dovrà durare una sola stagione. La maggior parte dei club dell’Europa Occidentale è a favore della messa al bando delle TPO, dato che farebbe salire i prezzi dei giocatori e porterebbe benefici a persone con poca partecipazione nel mondo del calcio. Inghilterra e Francia, ad esempio, hanno già regole contro le TPO.
Il coinvolgimento delle TPO nel passaggio di Neymar al Barcellona
In Sud America, e in particolare in Brasile, i sostenitori delle TPO dicono che il sistema è fondamentale per la sopravvivenza del calcio professionistico. Da gennaio 2011 a giugno 2014, secondo i documenti sui trasferimenti della FIFA, i club brasiliani hanno scambiato 2.311 giocatori per un totale di 579 milioni di dollari, un numero impressionante se si considera che circa il 90% dei giocatori del campionato brasiliano sono in comproprietà tra club e investitori. Il Cruzeiro, campione brasiliano in carica, ha recentemente utilizzato una formazione di partenza nella quale i diritti di nove giocatori su 11 erano di proprietà di investitori esterni. Il trasferimento più alto che ha coinvolto TPO in questi ultimi anni è stato quello di Neymar nel 2013 passato dal Santos al Barcellona. In tale accordo, i blaugrana avrebbero concordato il pagamento di circa 76 milioni di dollari, una cifra ancora oggi messa in discussione. Ma il Santos non avrebbe ancora ricevuto l’intera quota di sua spettanza. Diversi anni fa le azioni di Neymar sono state vendute a una varietà di investitori come modo per raccogliere un dividendo più immediato sul suo valore prospettico e per finanziare, in futuro, un contratto più ricco.
“E’ ridicolo possedere il 50% di un giocatore, e da un punto di vista morale, è pazzo”, ha detto Theo Van Seggelen, capo del sindacato dei giocatori internazionali, noto come FIFPro. “Ma è anche un male per i club. Essa provoca problemi finanziari. La conseguenza è che un sacco di soldi lasciano il calcio e vanno nelle mani di persone che non hanno alcun coinvolgimento in questo sport”.
Alberto Lattuada