“La Nazionale non è un club, mi aspetta un impegno difficile, per la scarsa disponibilità nelle scelte. L’Italia ha una storia e una tradizione, valori importanti che non dobbiamo dimenticare. A livello calcistico siamo sempre stati una nazione importante e adesso tutti ci dobbiamo adoperare per sbloccare un meccanismo che si è inceppato”.
Lo ha detto a Sky sport, Antonio Conte, in un bilancio dei primi due mesi e mezzo alla guida della Nazionale azzurra. Parte fondamentale di una corposa intervista rilasciata alla nota emittente tv: “C’erano problemi, non penso si potessero risolvere in due mesi – ha aggiunto Conte -. Ci dobbiamo ricordare che arriviamo da un fallimento al Mondiale. Siamo partiti bene, con questa Nazionale, abbassando l’età media e proponendo nomi nuovi”.
Poi prosegue: “Abbiamo centrato quattro vittorie, ma dobbiamo capire che questa squadra va aiutata e costruita nel tempo. L’obiettivo primario è la qualificazione. Poi, in un mese, agli Europei ti giochi tutto. Ho trovato un gruppo, soprattutto da chi veniva dall’eliminazione, abbastanza arrabbiato, ma anche voglioso di rimettersi in gioco. Penso che la maglia azzurra, l’inno, non abbiano parole per essere motivati”.
“I numeri e i dati dicono che c’è penuria di calciatori – ha poi fatto notare Conte, parlando della crisi del calcio italiano, intasato dagli stranieri -: su 23 convocati, una decina non sono titolari. Se il calciatore, attraverso la Nazionale, vuole guadagnarsi la maglia da titolare nel proprio club, allora qualcosa non va”.
Fabio Colosimo