Inizia la volata finale sul dossier pay tv di Mediaset, importante dal punto di vista economico, ancora di più per le strategie future, visto che il business della tv generalista ormai non può più crescere. A breve il Biscione deve infatti dare una risposta a Telefonica sul dossier Dts in Spagna, mentre a inizio giugno scade l’asta per i diritti tv sul calcio italiano, ‘pacchetto’ al quale chi sta guardando i conti di Premium è molto interessato. Cioè Vivendi e soprattutto la rete del Qatar Al Jazeera, ma sulla questione diritti (e non solo su quella) i colloqui tra Mediaset sono in corso anche con Sky. Le ipotesi di un interessamento del gruppo di Murdoch per la pay tv del Biscione girano da tempo e Mediaset non le smentisce. La disponibilità a parlare della cessione di Premium sarebbe partita da Cologno monzese molto tempo fa, assai prima degli ultimi sviluppi. Ma chi ha fatto la prima mossa conta poco, quel che importa è che i colloqui riprenderanno nonostante lo ‘sgarbo’ del Biscione che ha comprato con un blitz sul prezzo l’esclusiva per la futura Champions league. Un passo molto rilevante visto che Sky ha raccolto buona parte dei suoi oltre 3 milioni di abbonati allo sport proprio su questo prodotto. E ora da Mediaset parlano chiaramente del fatto che non conviene per i gruppi televisivi essere monopolisti su diritti, perchè rafforza chi vende. Il punto è questo: Mediaset ha i diritti per la più importante manifestazione calcistica mondiale a partire dal 2015-2016, non per l’anno prossimo in quanto l’accordo di scambio con Sky è scaduto. Quindi devono parlarsi per forza, ma lo faranno dopo il risultato per l’asta per la serie A del 5 giugno prossimo, che svelerà anche se Al Jazeera parteciperà direttamente, mossa che potrebbe cambiare molte cose.
Infront
Il prodotto studiato da Infront è complicato per rendere difficili gli accordi tra acquirenti, ma appare comunque vantaggioso per Mediaset, che potrebbe avere i diritti tv e Internet per le 8 maggiori squadre (quelle con il più ampio bacino d’utenza) con uno ‘sconto’ di 20 milioni rispetto al bando precedente. Un fermento che piace alla Borsa: dopo il voto europeo non certo favorevole per il fondatore e indirettamente principale azionista, Mediaset ha chiuso in positivo in Piazza Affari, con un aumento finale del 2% a 3,5 euro. Tra i titoli in qualche modo legati a Silvio Berlusconi, Mediolanum è stato il migliore (+5%) in linea con le altre banche mentre Mondadori è rimasta al palo (+0,18%), forse anche in attesa delle scelte del presidente Marina Berlusconi.