Murdoch conferma le trattative BSKyB-Fox

BSkyB conferma la trattativa per l’aggregazione delle televisioni satellitari a pagamento che già si trovano nell’orbita di Murdoch, in Italia e Germania.  BSkyB, controllata al 39% da Rupert…

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BSkyB conferma la trattativa per l’aggregazione delle televisioni satellitari a pagamento che già si trovano nell’orbita di Murdoch, in Italia e Germania.  BSkyB, controllata al 39% da Rupert Murdoch, conferma di aver avviato “discussioni preliminari con 21st Century Fox (controllata da Murdoch, ndr) per valutare la potenziale acquisizione dei suoi asset pay Tv in Germania e Italia”. Lo si legge in una nota dopo le indiscrezioni dei giorni scorsi sulla creazione di un unico gruppo paneuropeo della pay tv.

BSkyB ritiene che, “al giusto valore questa operazione avrebbe il potenziale di creare un gruppo multinazionale di pay tv di livello mondiale”. Le discussioni “non sono andate oltre lo stadio preliminare, non è stato raggiunto un accordo sui termini, il valore, o la struttura della transazione e non c’è certezza che ci sarà una transazione”.

La strategia di Murdoch

Le discussioni, si legge nel comunicato, sono portate avanti unicamente in un comitato del cda di BSkyB del quale non fanno parte i consiglieri espressi dalla 21st Century Fox, anch’essa controllata da Murdoch. Per quanto riguarda Sky Deutschland che dopo l’annuncio sta salendo di oltre il 6% alla Borsa di Francoforte, BSkyB acquisirebbe la quota di controllo di 21st Century Fox (57%) e a quel punto, in base alla legislazione tedesca, dovrebbe procedere con un’offerta pubblica di acquisto (Ppa) per la quota pubblica di minoranza. BSkyB si augura di fare questa offerta “senza premio” rispetto al valore delle azioni.

L’operazione, precisa BSkyB, rientra in una più ampia strategia del Gruppo, che “ha una chiara serie di piani per aumentare le proprie attività in Gran Bretagna e Irlanda, li sta portando avanti bene e prevede di continuare ad ottenere una eccellente crescita e ritorni per gli azionisti. Allo stesso tempo il Gruppo esplora continuamente strade per creare ulteriore valore per gli azionisti”.

Il nodo dell’acquisto dei diritti, le ricadute per Uefa e club

Il tema di fondo che sta dietro questa mossa è complesso. Come hanno sottolineato alcuni osservatori, bisognerebbe verificare la possibilità in capo a un eventuale soggetto unico (Sky Italia e Germania) di acquistare i diritti televisivi della Uefa, ad esempio, in un solo territorio, per poi distribuirli sulle sue piattaforme anche fuori dai confini dove sono stati acquisiti. Se ciò fosse permesso, ma risulta difficile far passare questa ipotesi alla prova dell’Antitrust, è evidente che le conseguenze sarebbero fortissime sia per i competitor (si pensi a Mediaset, che si è garantita l’esclusiva della Champions per il periodo 2015-2018) che per la Uefa stessa. Il bilancio dell’Organizzazione europea è fatto al 77% di diritti (ne abbiamo parlato qui), che a loro volta vengono ridistribuiti ai club componendone la stragrande maggioranza (soprattutto in Italia) dei ricavi.  Come potrebbe Platini continuare a garantirsi questi introiti, e di riflesso i club, se gli acquirenti dei suoi diritti riuscissero a fare simili economie?