“Premesso che Maradona non è mai stato condannato da nessun giudice e che nel 2005 la cassazione con una sentenza solo di rito e non di merito ha solo deciso di non dare la possibilità di difesa a Diego contro un irrituale avviso di mora, basta leggere queste sentenze passate in giudicato per amore di giustizia e verità. Inizia così la difesa di Diego Armando Maradona da parte del suo avvocato Angelo Pisani. Una vicenda giudiziaria infinita che ha dato sfogo alla conferenza stampa tenuta dal Pibe de Oro presso la sede romana della Parlamento europeo. “Il tribunale di Napoli assolve Maradona, decisione da sempre nascosta dal fisco che sa bene che Diego e’ innocente, le sentenze del 1992 dichiarano la totale estraneità di Maradona da qualsiasi violazione fiscale portata avanti dal suo ricorso in autotutela per questa battaglia di verità e giustizia”. Ci sono tutti gli elementi per scagionare l’idolo del San Paolo, quel Diego Armando Maradona che deve ancora al fisco italiano ben 40 milioni di euro. Il ricorso dei legali del Pibe de Oro riguardo la contestazione del Fisco sulla la prassi per cui la società corrispondeva, oltre all’ingaggio, compensi per lo sfruttamento dei diritti d’immagine attraverso società con sede all’estero (come la Diego Armando Maradona Productions di Vaduz) che poi “giravano” i compensi ai giocatori, è stato respinto dalla Commissione tributaria centrale con una sentenza (n. 598) depositata il 1° febbraio 2013, nella quale però viene confermato l’annullamento degli accertamenti per i due calciatori e per il club allora guidato da Corrado Ferlaino.
La vicenda giudiziaria
Gli avvocati di Maradona hanno sempre ritenuto che per effetto del principio di solidarietà l’obbligo del campione argentino sia «necessariamente collegato a quello del SS calcio napoli: per cui la definizione della controversia fiscale nei confronti della società avrebbe comportato automaticamente anche la definizione della propria causa». Dovrebbero quindi estendersi a Maradona gli effetti dell’annullamento.
La conferenza stampa
“Non sono un evasore, voglio giustizia”. Diego Maradona lo sa e lo vuole far comprendere a tutti, soprattutto di non avere i 40 milioni di euro (6 milioni per la presunta evasione fiscale, circa 34 di interessi maturati negli anni) che il fisco italiano gli sta chiedendo da anni e che è diventata la sua battaglia. Ieri lo ha ribadito nella sede di Roma del Parlamento europeo durante la conferenza stampa nella quale sono state illustrate le due interrogazioni presentate dagli eurodeputati Enzo Rivellini e Pablo Zalba Bidegain e l’esposto al mediatore europeo, che tra sei settimane troveranno risposta. “Non sono un evasore, voglio venire in Italia tranquillamente, non essere perseguitato. Io non ho niente da nascondere. Non ce li ho 40 milioni, non li ho neanche guadagnati. Voglio giustizia, so che un giorno arrivera’. Voglio essere libero di andare a Napoli a vedere le partite, a incontrare gli amici. Io sono venuto a Napoli per giocare al calcio, dei contratti se ne occupavano Ferlaino e Coppola. Loro ora possono girare tranquillamente mentre a me, che ho segnato piu’ di 100 gol col Napoli mi tolgono gli orecchini o l’orologio. Un tavolo con il fisco? Se ne parlera’…se si deve pagare o non si deve pagare, quelli che non vogliono fare un tavolo sono quelli che abbiamo contro – dice – Se mi chiamano prendo l’aereo e vengo a parlare”. Nella sua ‘battaglia’ con il fisco Maradona ha al suo fianco l’avvocato napoletano Angelo Pisani che stringe tra le mani le carte che dimostrano l’estraneita’ di Maradona e la bozza di un libro con tutta la vicenda (”che andremo a presentare in giro per il mondo”). Pisani sottolinea inoltre che Maradona “e’ disposto a versare il 50% della presunta evasione, sei milioni di euro, per l’errore processuale. Se c’e’ un errore sottolinea – siamo disposti a pagare, ma devono provarcelo. Esistono due sentenze che dicono che la violazione e’ nulla. Deve essere chiarito dall’Agenzia delle entrate che si tratta solo di un errore processuale e non perche’ e’ un evasore”.