L’Ascoli Picchio Football Club 1898, societa’ che fa capo all’imprenditore farmaceutico italo-canadese Francesco Bellini, si e’ aggiudicata l’asta della societa’ calcistica ascolana fallita (Lega Pro prima Divisione). L’annuncio e’ stato dato poco fa dal giudice delegato ai fallimenti del tribunale di Ascoli Raffaele Agostini, dopo aver aperto l’unica busta pervenuta all’asta e averne verificato la rispondenza al bando, che prevedeva un’offerta minima di 860 mila euro. In festa un migliaio di tifosi in attesa.
I supporter bianconeri erano radunati davanti al Palazzo di Giustizia in attesa dell’annuncio ufficiale. L’esito della gara era apparso chiaro già nel corso della mattina, visto che era stata presentata una sola offerta di acquisto del club, dichiarato fallito il 17 dicembre 2013. La procedura di aggiudicazione si e’ svolta nell’arco di 50 giorni, come aveva auspicato lo stesso giudice al momento di emettere il bando. L’industriale di origini ascolane, chimico emigrato in Canada da ragazzo e poi divenuto ricco grazie al successo nel ramo farmaceutico, è tornato già ieri sera in Nord America con il suo jet personale. Ma ha promesso ai supporter bianconeri di essere di nuovo nel Piceno domenica pomeriggio, per la partita tra Ascoli e Grosseto (Lega Pro): “Lo stadio Del Duca deve tornare ad essere pieno – ha detto. Dovete venire tutti”.
Un’intensa giornata
Sono le 16.20 quando il giudice Raffaele Agostini ufficializza il passaggio di proprietà all’imprenditore canadese che non era in aula, ma era rappresentato dalla moglie Marisa e dal suo avvocato, come previsto Bellini e’ stato l’unico offerte e per 860mila euro si è aggiudicato facilmente il bando d’asta. La città ha esploso tutta la sua felicità attraverso un migliaio di tifosi che circondavano il palazzo di giustizia al momento del procedimento, dove per l’occasione sono stati sparati anche dei fuochi pirotecnici. La cronaca della giornata inizia alle 11,40, quando, accompagnati dal sindaco Guido Castelli, sono entrati a Palazzo di Giustizia l’avvocato Cristina Celani – che cura gli interessi di Bellini-, Gianni Lovato – futuro amministratore delegato o direttore generale della società -, Piero Palatroni – componente della cordata – ed alcuni tifosi. La busta con l’offerta è stata poi depositata nella cancelleria fallimentare. Intorno alle 16 c’è stata l’apertura della busta di Bellini, contenente l’offerta vincente, e l’Ascoli Calcio ha trovato di nuovo la proprietà che meritava o così almeno sperano i tifosi.
Il fallimento
La triste storia ebbe inizio il 17 dicembre 2013 quando il Tribunale di Ascoli Piceno dichiarò fallito l’Ascoli 1898, gravato da debiti per oltre 35 milioni, fu la fine di epoca gloriosa costellata da 16 stagioni in serie A vissute negli anni d’oro della presidenza di Costantino Rozzi. Ma un epilogo anche inevitabile viste le vicissitudini societarie degli ultimi mesi. I vari cambiamenti societari, infatti, prima Roberto Benigni che lascio’ la presidenza dopo 14 anni e poi il “breve regno” del genero Guido Manocchio, di soli 36 giorni che si dimise insieme a tutto il Cda, non hanno permesso di dare un assestamento ai conti. Vista la situazione debitoria e patrimoniale del club il collegio, composto da Raffaele Agostini, Mariangela Fuina e Carlo Calvaresi, ha nominato curatore fallimentare della società calcistica Franco Zazzetta, che si avvalso della collaborazione di due ex giocatori bianconeri: Walter Gibellieri ed Emidio Verdecchia. Il procedimento nei confronti del club marchigiano proseguì con il sequestro conservativo del 35% del capitale sociale della Sopren srl, società amministrata da Benigni. Il sequestro è stato disposto su istanza della Banca dell’Adriatico, creditrice dell’Ascoli calcio, in quanto temeva la sottrazione di garanzie per circa tre milioni di euro prestate da Benigni in favore dell’Ascoli fra il 2009 e il 2010. Poi i legali della società presentarono istanza di fallimento per l’Azzurra Free Time e l’azienda dell’imprenditore ascolano Giancarlo Romanucci che sollecitarono un pronunciamento immediato di fallimento con la sentenza che blocco’ crediti per 900mila euro che l’Ascoli vantava con la Lega di Serie B per la passata stagione calcistica, somma utilizzata per portare a termine il campionato di Lega Pro di Prima Divisione.
La società Ascoli Calcio non ha ancora avuto, chiaramente, disposizioni e contatti con la nuova proprietà e non si pronuncia sulla chiusura del bando d’asta. Il curatore Walter Gibellini, invece, sentito da Calcio&Finanza, ha dichiarato: “E’ stata una giornata lunga e intensa. Però siamo soddisfatti del risultato ottenuto. Il dott. Bellini non era presente di persona, ma lo vedremo spesso in città. Confermiamo l’offerta di 860.000 euro per l’acquisto dell’Ascoli Calcio”.