Il divorzio tra la Lazio e Vladimir Petkovic si fa bollente, con tanto di botta e risposta a distanza tra i legali delle due parti in causa. Mentre Edy Reja prende in mano la squadra biancoceleste, la cessazione del rapporto con il tecnico bosniaco diventa un caso che scalda gli animi e l’inizio dell’anno nuovo del club capitolino. La questione è complessa perché riguarda il club italiano, l’allenatore e la Federazione svizzera, che lo ha messo sotto contratto per guidare la nazionale rossocrociata a partire dalla prossima stagione, quella 2014/2015.
Ma il caso ha importanti risvolti economici per la Lazio, che come ha raccontato C&F ha chiuso un anno positivo in Borsa nonostante le difficili vicissitudini sportive degli ultimi tempi: in ballo c’è infatti la determinazione della rottura del rapporto – se si tratti cioè di esonero o di licenziamento per “giusta causa” – e quindi la fissazione di una eventuale buonuscita accreditata di un valore tra 300 e 400mila euro.
Nei giorni scorsi era emersa tutta la rabbia del presidente Claudio Lotito per come si era dipanata la vicenda, mentre la Federazione svizzera aveva precisato di “aver fatto tutto secondo le regole”. Il club ha inviato anche una lettera di intimazione al tecnico bosniaco, contestando di aver tenuto nascosta la sua imminente firma con la nazionale svizzera e chiedendo una sua risposta ufficiale nei primi giorni di gennaio. In attesa della risposta di Petkovic, che dovrebbe indicare le proprie dimissioni oppure dare via a un braccio di ferro legale, ha parlato il suo legale e ha acceso le polveri, indicando che difficilmente si riuscirà ad evitare lo scontro.
“Il mister Petkovic ha appreso con sorpresa ed amarezza la notizia di una contestazione della Lazio nei suoi confronti, così come dei suoi più stretti collaboratori, per l’impegno dallo stesso assunto regolarmente con la Federazione Svizzera solo a partire dalla prossima stagione 2014-2015”, ha spiegato in una nota il legale del tecnico bosniaco, Paco D’Onofrio, al portale lalaziosiamonoi.it. “Subito dopo aver firmato il contratto il 23 dicembre 2013, è stato un suo impegno morale, poiché non c’è alcuna norma sportiva o statale che imponga un obbligo in questo senso, avvertire subito il presidente Lotito, prima che la notizia diventasse pubblica, ribadendo allo stesso l’ovvia ferma intenzione di portare avanti il progetto già avviato con la Lazio fino alla fine della stagione, come avviene sempre nel mondo del calcio, per allenatori e calciatori in scadenza di contratto”, la sua ricostruzione dei fatti.
L’avvocato aggiunge poi che “Petkovic si è comportato rispettando tutte le norme vigenti”. Infine, visto che “non c’è stato alcun esonero nei termini previsti dai regolamenti sportivi, il mister si sente orgogliosamente ancora l’allenatore della Lazio e chiederà un leale confronto diretto con il presidente Lotito, al fine di chiarire l’assurdo equivoco insorto, per il bene dei tifosi, dei calciatori e soprattutto della società, che solo qualche mese fa festeggiava unita e compatta lo storico triono in Coppa Italia, nell’ambito di un vincente progetto tecnico (una sola sconfitta in Europa nelle ultime 20 partite) che può e deve andare avanti, fino alla fine della stagione, proprio come concordato”.
Parole ben precise che indicano come Petkovic non abbia intenzione di mollare la presa sul club, o quantomeno di non avanzare le dimissioni e quindi perdere i diritti legati all’esonero. Una presa di posizione cui fa seguito a stretto giro la replica della Lazio, sempre al sito lalaziosiamonoi.it, per bocca dell’avvocato del club biancoceleste, Gian Michele Gentile: “Aspettiamo le giustificazioni di Petkovic. Abbiamo inviato una lettera e lui ha cinque giorni di tempo per rispondere. Quando arriverà una comunicazione al riguardo la società farà quel che deve. Sicuramente le giustificazioni devono arrivare alla società e non tramite comunicato stampa. Non ci resta che aspettare”. Quanto alla mossa del legale di Petkovic, Gentile la spiega come una “anticipazione della sua linea difensiva, in cui comunque si evince che il fatto sussiste. Se fondata o no, la analizzeremo comunque solo quando ci arriveranno comunicazioni ufficiali”.