Inter, Thohir dovrà vendere prima di rafforzare la squadra

Il rosso accumulato dall’Inter nelle ultime due stagioni non consente al club di spendere per acquistare rinforzi a gennaio. Ecco perché l’imperativo per la nuova proprietà è vendere per fare plusvalenze.

Marco Fassone e Erick Thohir (Insidefoto.com)
ANALISI
Marco Fassone e Erick Thohir (Insidefoto.com)

Parafrasando le parole di Jose Mourinho, forse non proprio eleganti ma sicuramente efficaci, Erick Thohir non è certo un pirla. Dopo essersi impegnato ad investire 250 milioni di euro per acquistare il controllo dell’Inter, facendosi carico di gran parte dell’esposizione debitoria accumulata negli anni dalla società nerazzurra, il giovane magnate indonesiano è ben consapevole del fatto che prima di investire altre risorse per allestire una squadra altamente competitiva in Italia e in Europa è necessario mettere in equilibrio le ancora traballanti finanze del club. Ma allo stesso tempo sa bene che, per riportare entusiasmo all’ambiente, è comunque necessario mettere a segno almeno un importante colpo nel prossimo mercato di gennaio. Questo chiedono il tecnico Walter Mazzarri, ma soprattutto i milioni di tifosi nerazzurri.

Non per niente nell’intervista rilasciata lunedì 9 dicembre, all’indomani del deludente pareggio casalingo contro la Sampdoria, al portale indonesiano Liputan6.com, Thohir ha dato un colpo al cerchio e uno alla botte. “La squadra necessita di qualche cambiamento e a gennaio faremo certamente acquisti che decideremo insieme ad allenatore e dirigenti”, ha affermato il neo-presidente nerazzurro, ribadendo però che il suo principale obiettivo è quello di “tornare a far vincere all’Inter titoli” ma a fronte di “una situazione finanziaria ottima”. “L’Inter”, ha spiegato Thohir, “è la mia squadra da 12 anni e voglio che torni ad essere un club sano dal punto di vista finanziario”.

Tuttavia tenere assieme i due obiettivi non è una cosa facile, nemmeno per l’ET indonesiano. L’eredità ricevuta da Massimo Moratti è infatti molto pesante. Nelle ultime due stagioni (2011/2012 e 2012/2013), quelle che saranno prese in considerazione in fase di prima applicazione del regolamento sul Fair play finanziario, l’inter ha accumulato una perdita netta aggregata di 157 milioni (77,19+79,88), quasi 3 volte e mezzo di più del rosso di 45 milioni ammesso dalla Uefa come soglia massima per ottenere la licenza di partecipare alle competizioni europee nel 2014/2015.

 bilancio inter 1

Ma anche facendo ricorso alla cosiddetta “clausola Paolillo” (dal nome dell’ex ad del club nerazzurro, che in fase di negoziazione tra i club e l’Uefa aveva lavorato per rendere più elastiche le regole del Financial fair play) i nerazzurri avrebbero qualche difficoltà a centrare l’obiettivo. Tale “clausola”, nella sua interpretazione più estensiva e favorevole ai club, prevede infatti che gli ingaggi dei calciatori relativi ai contratti siglati prima del 1° giugno 2010 possano essere dedotti dai costi operativi, ma solo per il bilancio 2011/2012. In altre parole gli amministratori dell’Inter, che nell’esercizio chiuso al 30 giugno 2012, hanno pagato stipendi lordi per 165 milioni, avranno la possibilità di non contabilizzare costi per circa 101 milioni, ovvero gli ingaggi pagati in quella stagione ai calciatori messi sotto contratto prima del 1° giugno 2010.

ingaggi calciatori inter

Tuttavia anche facendo ricorso a questa clausola, ovvero non contabilizzando 101 milioni di salari, la perdita aggregata degli ultimi due esercizi sarebbe di circa 56 milioni e dunque superiore ai 45 milioni previsti. Ciò non significa in modo automatico che l’Uefa deciderà di non ammettere l’Inter alle prossime competizioni internazionali. Anche molti prestigiosi club dei campionati esteri, come il Psg, il Manchester City o il Chelsea, si trovano, seppur per motivi diversi, non in linea con i parametri del Financial fair play. Nonostante le dichiarazioni improntate al massimo rigore da parte del presidente della Uefa, Michel Platini, appare difficile immaginare che il Ffp mieterà così tante vittime illustri.

E’ tuttavia necessario che Thohir e la nuova gestione del club nerazzurro mettano a punto, e in tempi rapidi, un importante piano di risanamento, che consenta di dimostrare all’Uefa di aver intrapreso un cammino virtuoso. Un compito non facile per il magnate indonesiano, arrivato a stagione in corso e con i tifosi che si aspettano già a gennaio l’acquisto di qualche campione.

Quest’anno, infatti, i ricavi della Beneamata saranno leggermente più bassi rispetto a quelli della scorsa stagione, in cui la società aveva beneficiato della partecipazione all’Europa League. Non partecipando alle coppe europee l’Inter incasserà solo la propria quota parte della torta dei diritti tv della Serie A (79,82 milioni), cui si aggiungeranno circa 30 milioni di sponsorizzazioni, 25 milioni da abbonamenti e biglietti e altri 25 milioni sotto la voce altri ricavi (attività legate allo sfruttamento del marchio da parte della controllata Inter Brand). Su questo fronte, almeno per ora, Thohir non ha alcuna leva su cui agire.

Gli sceicchi proprietari del City e del Psg hanno aggirato questo problema con le maxi-sponsorizzazioni, ovvero siglando accordi commerciali con soggetti loro collegati (Ethiad e Qatar Tourism Authority) che hanno permesso di far crescere in tempi rapidissimi i ricavi e sostenere così le ingenti spese effettuate per allestire squadre da sogno senza finire in rosso.

Ma anche qui Thohir, se mai avesse intenzione di muoversi subito su questa strada, avrebbe le mani legate. Dovrebbe infatti chiedere più soldi alla Pirelli di Marco Tronchetti Provera o eventualmente chiudere l’antico rapporto tra l’Inter e la società della Bicocca e siglare una nuova sponsorizzazione. Difficile però che si proceda subito anche su questa strada, considerato che Moratti, legato a Tronchetti da una stretta amicizia, ha ancora una quota dell’Inter.

In attesa dell’annunciata espansione commerciale sui mercati asiatici, che comincerà a dare i primi frutti solo nelle stagioni a venire, l’unica leva sulla quale Thohir può attualmente agire è quella dei costi. Ma anche qui gli spazi sono stretti, soprattutto se non si vuole perdere competitività sul campo.

Già quest’anno però i costi operativi dovrebbero scendere attorno ai 170 milioni dai 213 milioni della stagione scorsa, grazie a un’ulteriore sforbiciata agli ingaggi dei calciatori, che dovrebbero passare dai 125 milioni della stagione 2012/2013 a circa 95 milioni al termine della stagione 2013/2014. Se questi target dovessero essere raggiunti, l’Inter potrebbe riuscire a raggiungere già a fine stagione il break-even a livello di Ebitda. Ma in questa voce non sono compresi nè gli ammortamenti nè il risultato del player trading.

Anche quest’anno, infatti, l’Inter dovrebbe spesare ammortamenti per circa 60 milioni, che saranno solo parzialmente compensati dalle eventuali plusvalenze legate al calciomercato. Considerati gli oneri finanziari e eventuali altre spese, la previsione del club è di chiudere il 2013/2014 con un rosso vicino ai 60 milioni.

Dove trovare allora le risorse per il mercato di gennaio? Una soluzione viene dalla particolare situazione in cui si trova l’Inter quest’anno. Il club nerazzurro ha nelle proprie fila calciatori di talento che possono interessare i grandi club europei e, siccome l’Inter non ha giocato nelle coppe internazionali in questa stagione, questi calciatori,  se ceduti in gennaio nel mercato di riparazione, potranno scendere in campo con l’eventuale  nuovo club alla ripresa della stagione internazionale.

Non è un caso, infatti, che in questi giorni i rumor di mercato continuano a sostenere che Fredy Guarin interessi sia al Chlesea e al Manchester United, club che se opportunamente rinforzati nel calciomercato di gennaio potrebbero puntare seriamente alla conquista della Champions League. Simile è il discosro su Andrea Ranocchia cui sarebbe interessato sempre il Chelsea.

Insomma non aver partecipato alle coppe consente a quei calciatori dell’Inter che hanno mercato internazione di avere una valutazione superiore a quella che avrebero in estate e quindi consente all’Inter di poter spuntare un prezzo superiore da una eventuale loro cessione. Questa effetto sovra-valutazione, tuttavia, verrà meno in estate quando a tutti calciatori che cambieranno casacca sarà consentito giocare le coppe nella stagione successiva. Un’opportunità quindi che se sfruttata al meglio consentirà al club nerazzurro di poter incassare importanti risorse fresche da girare sul mercato ed è un’opportunità che Thohir non vuole farsi sfuggire.