E’ stata depositata la richiesta di rinvio a giudizio nell’inchiesta per bancarotta del vecchio Parma Calcio. L’ex patron Calisto Tanzi e suo figlio Stefano, all’epoca presidente della squadra, hanno chiesto di patteggiare la pena in continuazione con le condanne già accumulate. L’accordo con la Procura è per una pena di due mesi ciascuno. I due Tanzi dovranno ora attendere che il gup ratifichi l’accordo. Lo riferisce la Gazzetta di Parma.
Gli indagati nell’inchiesta sono 27. Tra questi figurano 16 dirigenti, consiglieri di amministrazione e sindaci, a cominciare dall’ex patron Calisto Tanzi ma anche 11 ex giocatori della squadra (Crespo, Veron, Asprilla, Dino Baggio, Apolloni, Minotti, Brolin, Chiesa, Turam, Crippa e Stoichkov).
Secondo l’accusa Tanzi, l’allora direttore commerciale Domenico Barili e i giocatori avrebbero concorso a distrarre e dissimulare, tra il 1992 e il 2003, dalla Parmalat nove milioni 937mila euro e oltre 11 milioni di dollari, attraverso la realizzazione di fittizi contratti di promozione e pubblicità del brand e dei prodotti dell’azienda alimentare, la correlata emissione di false fatture e il pagamento delle stesse, su ordine di Tanzi, con fondi provenienti da Parmalat spa in assenza di alcuna reale controprestazione a favore della società. La Procura avrebbe però distinto alcune posizioni, chiedendo rinvii a giudizio, ma anche alcune archiviazioni.