Colpo grosso di Claudio Lotito nel marketing e nella memoria dei tifosi biancocelesti. Secondo quanto riportato dal numero odierno de Il Messaggero il presidente laziale ha acquistato il marchio con l’aquila stilizzata che campeggiava sulle casacche della squadra romana negli anni ottanta. Mancherebbe ormai solo la firma e dalla prossima stagione al Lazio potrà scendere in campo con quella maglia simbolo di stagioni mitiche per la tifoseria biancoceleste.
Dopo mesi di trattative è arrivata infatti una stretta di mano risolutoria con Marco Casoni, figlio dell’ex presidente Gian Casoni, che nel 1983 aveva creato quel logo in serie B. Da qui a 10 giorni sarà probabilmente annunciata una conferenza stampa di presentazione. Ma tutto sembra ormai definito, tanto che la Macron, lo sponsor tecnico del club romano, ha già fatto le prove generali sulle divise del club iracheno Al-Quwa Al-Jawiya.
La maglia con l’Aquila stilizzata riveste un’importanza mitica nei cuori dei tifosi laziali, quasi come quelle dei due scudetti datati 1973-74 e 1999-2000, soprattutto in relazione a quanto successe nella stagione 1986-87. La Lazio, retrocessa in Serie B nella stagione 1984-85, nell’estate 1986 si trova coinvolta nel cosiddetto scandalo del Totonero-bis.

Condannata in primo grado alla retrocessione in Serie C, il club romano riesce a ottenere un sconto di pena rimanendo in Serie B con una penalizzazione di nove punti, che pesano come un macigno in un campionato che assegna ancora solo due punti a vittoria. La squadra allenata da Eugenio Fascetti non si perde d’animo e trascinata dal bomber Giuliano Fiorini riesce ad arrivare al 21 giugno 1987 con la possibilità di salvarsi da una retrocessione in Serie C provocherebbe il fallimento della società e la scomparsa dal calcio che conta dopo 87 anni di vita.
Questo è il racconto della giornata dal sito www.noibiancocelesti.com
Tutto passa da Lazio-Lanerossi Vicenza ultimo atto del campionato che la Lazio è costretti a vincere. Anche un pareggio potrebbe non essere sufficiente a evitare la retrocessione. All’Olimpico lo stadio è esaurito già tre ora prima del fischio d’inizio e i 60000 presenti cercano di trascinare la squadra a una vittoria che man mano che i minuti passano sembra essere sempre più lontana grazie al portiere del Vicenza Dal Bianco, reo di respingere tutti gli assedi laziali. Quando mancano otto minuti Acerbis butta l’ennesimo pallone in mezzo l’area di rigore; Gregucci si avventa di testa su quel pallone per fare da torre ma con poca fortuna visto che i difensori respingono fuori dall’area per il loro compagno Lucchetti che però sbaglia incredibilmente il rinvio. Quel pallone arriva quasi magicamente sui piedi di Podavini che dai venti metri tenta un tiro di destro che si trasforma in un assist perfetto per Fiorini. Il centravanti è protagonista di uno splendido controllo a seguire di tacco con il destro e sempre con lo stesso piede riesce a battere il portiere biancorosso con un tocco ravvicinato; il resto è storia. Quella rete permise alla Lazio di disputare gli spareggi a Napoli, contro Taranto e Campobasso, che portarono, non senza altre sofferenze, a quella insperata permanenza in serie B miracolosa.
Questa cronaca evidenzia quale sia la portata dell’operazione condotta da Lotito. Non a caso il presidente laziole conta di incassare circa centomila euro da questo affare. Soldi che dovrebbe andare alla polisportiva Lazio, per garantire delle borse di studio a studenti atleti di alcune sezioni