Le suggestioni storiche della Città Eterna o il fascino scintillante della Ville Lumière? Il dibattito se sia più bella Roma o Parigi da sempre anima le serate tra amici, le tavolate al ristorante o i drink durante un aperitivo.
Ciò che è indiscutibile è il fatto che sia la capitale italiana che quella francese non solo sono tra le città più conosciute in tutto il mondo, ma soprattutto tra quelle maggiormente apprezzate. Da questa base è iniziata nei mesi la rivoluzione del marketing dei due club che possono vantare il nome della due città nel loro denominazione sociale, ovvero il Paris Saint Germain e la Roma. Non a caso, la rivoluzione è iniziata dal logo, ovvero il biglietto da visita con cui i club si presentano nel mondo, e che in entrambi i casi (a Roma, però, ci sono state molte contestazioni su questo) hanno messo in primo piano quel valore ineguagliabile (e irriproducibile dai concorrenti) che il nome delle loro città di riferimento con il fascino che evoca.
A innescare la miccia è stato il club francese che in primavera ha presentato il suo nuovo stemma. La Tour Eiffel, simbolo della capitale francese in tutto il mondo, è stata ingrandita e il nome Paris è stato staccato da quello di Saint Germain, ovvero il nome del pease nei dintorni della capitale cui il club deve la sua nascita. Il Paris Saint-Germain, infatti, così come è conosciuto attualmente deriva dalla fusione, avvenuta nel 1970, dello Stade Saint-Germain (fondato nel 1904 a Saint-Germain-en-Laye, nei dintorni di Parigi) con il F.C. Paris, club nato per rinverdire i fasti del calcio parigino dopo la retrocessione sia del C.A. Paris che del Racing Club, due formazioni storiche della capitale francese.
Così nel nuovo luogo il nome Paris è stato ingrandito nel corpo e situato al di sopra della Tour Eiffel (quindi subito visibile) mentre quello Saint Germain è stato ridotto e situato al fondo dello stemma. Non solo, ma alla base della torre nel vecchio stemma c’era sia il giglio di Francia presente nel simbolo della città di Parigi che la culla stemma del comune di Saint-Germain-en-Laye. Ora la culla è stata eliminata e ha lasciato spazio a un giglio ingrandito. Inoltre è scomparsa anche la data di fondazione (1970), visto che non è molto cool nel mondo del marketing promuovere un club nato solo 43 anni orsono, mentre altri concorrenti hanno radici che affondano quasi alla metà de 19esimo secolo. D’altronde che l’enfasi del club dello sceicco Nasser Al-Khelaïfi sia ormai tutto sul nome della capitale è confermato dal fatto che chiunque abbia assistito a un match al Parco dei Principi ha potuto notare come l’impianto del Bois de Boulogne sia pavesato da insegne rosse e blu con il motto Ici c’est Paris e non è neppure un caso che la maglietta celebrativa prodotta dalla Nike per celebrare la vittoria nello scorso campionato transalpino recava la scritta Parisiens et Champions, parigini e campioni.
A Roma la situazione è stata diversa, ma la conclusione è stata simile. Diversa perché se a Parigi nessuno si è scandalizzato per il cambio di logo, nella Città Eterna sono state chiassose le proteste per il nuovo stemma che sotto la lupa capitolina invece dell’acronimo storico Asr (Associazione sportiva Roma) reca solo il nome della città. Una scelta che rischiava di diventare sempre più impopolare se non fossero intervenute le vittorie della squadra di Rudi Garcia a rasserenare l’ambiente; ma che consente di promuovere il club con il nome di una città considerata tra le più belle al mondo.
All’estero, infatti, soprattutto nei mercati asiatici e americani, non è era così immediato che sotto l’acronimo Asr si celava il nome della squadra più popolare nella capitale. E non a caso, recentemente il direttore generale della Roma Mauro Baldissoni, ha spiegato la motivazioni in termini di marketing. “Non pensiamo di poter crescere come tifosi in Italia perché nel nostro paese la cultura campanilistica è molto forte. Abbiamo invece un potenziale infinito all’estero, dove il calcio non fa parte della cultura sportiva ma sta crescendo. America e Asia sono potenziali bacini dai quali attrarre nuovi tifosi”. E sui questi mercati (anche se comprendiamo molto bene i sentimenti dei romantici del calcio) avere il nome Roma nello stemma è un vantaggio rispetto ad avere l’acronimo Asr.