Zero tondo. La voce delle remunerazioni, in casa Lazio, fa un certo effetto nel panorama internazionale. Nella relazione del Consiglio di Sorveglianza del club capitolino all’assemblea degli azionisti, stesa in base dell’articolo 123 ter del Testo Unico sulla Finanza, si precisa infatti senza troppi giri di parole: “Nessuno dei componenti del Consiglio di Gestione e del Consiglio di Sorveglianza percepisce compensi fissi o variabili, né benefici non monetari; nell’organico societario non sussistono le figure del direttore generale o di dirigenti con responsabilità strategiche. Si precisa altresì che non esistono accordi tra la società e i componenti del consiglio di sorveglianza che prevedono indennità in caso di dimissioni o licenziamento senza giusta causa o se il loro lavoro cessa a seguito di un’offerta di acquisto. Si precisa inoltre che la nomina e la sostituzione degli amministratori e dei componenti del consiglio di sorveglianza nonché le modifiche di statuto sono state sempre effettuate conformemente alle norme legislative e regolamentari applicabili”.
In una parola, niente compensi per o promesse di liquidazioni per Lotito e Marco Moschini nel consiglio di Gestione; stessa sorte per Corrado Caruso, Alberto Incollingo, Fabio Bassan, Vincenzo Sanguigni e Massimo Silvan del consiglio di Sorveglianza.
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