“Sono uno che vive di diritti da licenziare, ma qua dentro non c’è la cultura dell’impresa: siamo rimasti ancora all’epoca dei club e non delle Spa e quindi si fatica ancora a fare certi ragionamenti”. Così il numero uno del Napoli, Aurelio De Laurentiis, bolla la discussione interna alla Lega Calcio sull’assegnazione dei diritti televisivi.
Lunedì 7 ottobre i club riuniti nella Lega Calcio si sono di nuovo incontrati per parlarne. Sul tavolo, come riportato dal Sole24Ore ed emerso in seguito dall’assise, si sono trovati la proposta di Infront che mette sul piatto 5,5 miliardi complessivi per gestire la commercializzazione dei diritti televisivi in sei stagioni, dal 2015 al 2021. Marco Bogarelli, presidente di Infront Italy, ha anche pressato perché si parta in fretta e si possa a breve cercare di piazzare i diritti relativi al triennio 2015-2017.
In pratica, Infront propone di continuare ad assicurare un minimo garantito di 900 milioni per le prime tre stagioni, confermando cioè quanto stabilito dal contratto relativo al triennio precedente, per poi salire di 30 milioni all’anno per 930 milioni: complessivamente si tratta dunque di una proposta da 5,49 miliardi. Ma vista la situazione difficile e le tentazioni di accordo tra Mediaset e Sky per cercare di contenere le spese, l’advisor avrebbe chiesto alla Lega anche di prepararsi ad aprire un paracadute.
La ruota di scorta sarebbe fornita dal famoso progetto di una televisione della Lega, che Infront sosterrebbe accollandosi le attività di produzione e distribuzione, ma che potrebbe entrare in gioco qualora dal mercato non arrivassero offerte ritenute adeguate.
Per queste ragioni Infront ha anche commissionato a Eurisko una ricerca che ha definito il bacino di potenziali utenti televisivi interessati al calcio: 23,3 milioni, con 1,4 e 2,3 milioni di famiglie rispettivamente abbonate a Mediaset e Sky che lascerebbero l’attuale offerta per passare alla tv della Lega.