Quanto pesa Suning sui ricavi dell’Inter? E’ questa la domanda che in molti, tra i tifosi interisti e non solo, si sono posti dopo l’annuncio, lo scorso 27 settembre del progetto di bilancio da parte del cda del club nerazzurro, che ha evidenziato una crescita del fatturato (comprese le plusvalenze) del 33%, passando dai 241 milioni del 2015-2016 ai 318 milioni del 2016-2017.
La risposta è arrivata oggi con l’approvazione da parte dell’assemblea dei soci del bilancio al 30 giugno 2017, che è stato contestualmente reso pubblico e che Calcio e Finanza, presente all’assemblea del club, ha potuto consultare.
Quanto pesa Suning sui ricavi dell’Inter? Dalla proprietà cinese maggiori ricavi per 56,4 milioni
L’effetto Suning sui ricavi dell’Inter è rintracciabile in particolare alla voce Regional Sponsor, pressoché assente nel bilancio 2015-2016, che nel bilancio 2016-2017 è pari a circa 74,8 milioni, con un incidenza del 23,5% sui 318 milioni di fatturato complessivo e del 27,3% sui 273,7 milioni di ricavi al netto delle plusvalenze.
Oltre a questi, sono presenti circa altri 11,5 milioni di ricavi da parte correlata (ovverosia Suning e le sue controllate), di cui circa 8,5 milioni per quanto riguarda le Inter Academy e 3 milioni per la condivisione di know-how tecnico con il Jiangsu Suning. Complessivamente, quindi, l’impatto della Cina è stato pari a poco più di 86 milioni di euro, pari al 27,2% sui 318 milioni di fatturato complessivo e del 31,6% sui 273,7 milioni di ricavi al netto delle plusvalenze.
Che cosa c’è dentro la voce Regional Sponsor?
Come si legge nel bilancio dell’Inter, si tratta di contratti di sponsorizzazione sottoscritti durante l’esercizio 2016-2017 con la società Jiangsu Suning Sport Industry Co. Ltd, che prevedono la concessione su base esclusiva di determinati diritti in relazione alla denominazione dei centri sportivi dell’Inter, alle divise di allenamento dei giocatori, di co-branding e sfruttamento commerciale.
A questi, si legge nel bilancio, si aggiunge un nuovo contratto di sponsorizzazione sottoscritto con un’altra società cinese non inclusa nel perimetro di consolidamento dell’azionista di riferimento (Suning, ndr) per la concessione su base esclusiva di determinati diritti media e di sponsorizzazione del marchio F.C. Inter nella regione asiatica comprendente i territori di Cina, Malesia, Singapore, Indonesia, Giappone e Corea.
Più nel dettaglio i ricavi legati a transazioni con “parti correlate” comprese nel perimetro del gruppo Suning sono stati pari a 56,43 milioni di euro
Nello specifico:
- Jangsu Suning Sport Industry Co. Ltd – 44.103.629 euro
- Suning Sports International Ltd – 11.500.000 euro
- Jiangsu Family Sports & Culture Developement Co Ltd 220.000 euro
- Jiangsu Suning Football Club Co. Ltd – 10.000 euro
- PPLIVE Corporation Ltd – 596.685 euro
Il balzo del 33% del fatturato è dunque quasi totalmente ascrivibile all’effetto Suning, considerato che la variazione assolta del fatturato (plusvalenze incluse) tra il 2016 e il 2017 è pari a 77 milioni circa. Cifra non di molto lontana dai 74,8 milioni di ricavi in più iscritti alla voce Regional Sponsor.
Quanto pesa Suning sui ricavi dell’Inter? I naming rights dei centri di allenamento valgono 44 milioni
I 44,103 milioni riferiti a Jangsu Suning Sport Industry Co. Ltd, si legge nel bilancio dell’Inter, sono relativi ai diritti di ridenominazione (naming rights) dei centri sportivi del club, tra cui la Pinetina, e per l’utilizzo del brand Suning in Italia.
Il contratto, secondo quanto riportato nel documento, è stato firmato nel settembre 2016 e scade nel 2020 e ha previsto un pagamento iniziale una tantum di 25 milioni e fee annuali di 16,5 milioni. Quindi nell’attuale esercizio ha garantito complessivamente 44 milioni.
Per quanto riguarda invece il contratto per la concessione su base esclusiva di determinati diritti media e di sponsorizzazione del marchio F.C. Inter nella regione asiatica, secondo quanto spiegato dall’ad Antonello “si tratta di un accordo pluriennale”: nel bilancio si legge che l’accordo, firmato l’8 febbraio 2017, prevede un corrispettivo annuo di 30 milioni, mentre nel corso dell’esercizio 2017 l’accordo è valso 20 milioni più 10 di signing fee iniziale.