Il difficile rapporto tra l’Uefa e il mercato televisivo spagnolo continua.
Dopo la lunga trattativa per l’aggiudicazione dei diritti di trasmissione del campionato europeo dello scorso anno, che aveva visto la Spagna tra le ultimissime ad aggiudicarsi il torneo, il tema si riapre in occasione della Champions League.
Il massimo torneo continentale è dominato dalle squadre spagnole che hanno vinto le ultime 4 edizioni ed avuto ben 6 finaliste su 8 (la Juventus è l’unica non spagnola arrivata all’atto finale negli ultimi anni).
Il prossimo triennio, tuttavia, non vedrà significativi cambiamenti per le squadre iberiche che avranno 4 posti nei gironi (anzichè 3 più uno come successo fin qui) ma che di fatto si sono sempre aggiudicate tutti i posti disponibili negli ultimi anni.
L’Uefa, che dalla Champions League spera di avere un 30% in più in termini di incassi, ha chiesto alle emittendi di migliorare le offerte.
Molte le offerte pervenute dagli operatori interessati: Mediaset, RTVE, Movistar, Mediapro, Atresmedia e TV3.
Il termine ultimo per la presentazione delle offerte era fissato a ieri mattina. Ma il minimo stabilito dal organo di governo del calcio europeo non è stato raggiunto.
L’obiettivo dal mercato spagnolo è di almeno 200 milioni di euro a stagione.
Mediaset e RTVE hanno fatto offerte per le partite da trasmettere in chiaro. Vi è stata poi una offerta congiunta di Mediapro, Antena 3 e TV3 che unisce alcune partite in chiaro e in pay tv. Una proposta che sembra partire in una posizione migliore, ma che non ha ancora soddisfatto i desideri della federazione europea. Con la forte concorrenza di Telefonica, che mira ad aggiudicarsi l’intero pacchetto.
Secondo rumors ad essere in pericolo è la trasmissione in chiaro delle partite. Se fosse Telefonica ad aggiudicarsi le sfide si avrebbe una situazione molto simile a quella di Bt Sport nel Regno Unito.