Giro di vite della Cina ai club di football per limitare le cifre astronomiche spese per l’acquisto di giocatori stranieri. Le autorita’ cinesi hanno fatto sapere che imporranno tetti salariali alle squadre di calcio e controlleranno le loro finanze.
In pochissimi giorni, quindi, si è passati dall’idea alla sua applicazione. Una tempistica inusuale se si pensa ai lunghi dibattiti in seno all’Uefa a cui si è abituati. Una tempestività a cui ci si dovrà abituare con l’ingresso nel calcio di un paese come la Cina, con le sue prassi politiche.
Dopo che nei giorni scorsi è stata annunciata la riduzione del numero di giocatori schierabili in campo, che passano da 4 a 3, stavolta le squadre vengono colpite direttamente sul portafoglio.
E come noto anche il calcio è nel mirino delle autorità governative che stanno controllando e rendendo più difficile l’uscita di capitali dal paese.
Dalla prossima stagione, nel frattempo, le squadre dovranno fornire informazioni dettagliate sul loro bilancio fiscale, comprese le fonti di finanziamento, ha annunciato la Federcalcio cinese (Cfa) in un comunicato precisando che il tetto ai salari sara’ definito in base al reddito dei club. Una soluzione, questa, più vicina al Fair play finanziario europeo che al Salary Cap americano.
Le squadre cinesi della Super League hanno pagato durante l’anno appena passato cifre molto elevate, ben al di sopra dei prezzi di mercato per attirare astar del calcio come Oscar (ex Chelsea), Lavezzi (ex Psg) e Carlos Tevez (ex Boca Juniors).
I club che spendono cifre “estremamente importanti” per i trasferimenti dovranno investire proporzionalmente per la formazione dei giovani giocatori, ha detto la federazione che non ha chiarito se saranno imposte multe alle squadre che non rispettano i tetti salariali.
La misura, evidentemente, è in linea con quanto previsto dal piano quinquennale cinese che per la prima volta si dedica anche al calcio. L’obiettivo del governo comunista, del resto, è quello di diffondere la pratica dal calcio nel paese per far crescere la nazionale allenata da Marcello Lippi, ed in questo senso sono privilegiate le aperture di centri di formazione e scuole calcio anzichè l’importazione di calciatori stranieri. Il problema, insomma, è la base, non il business, e la Cina in questo senso sta varando provvedimenti coerenti con gli obiettivi dichiarati dal proprio piano.