Ci si aspettava un mercato in tono minore per l’Inter. I problemi legati al Fair Play Finanziario, la necessità, stando al presidente Thohir, di realizzare 50 milioni di plusvalenze, il pericolo di veder lontano i migliori giocatori. L’ingresso in società del gruppo Suning ha invece sparigliato le carte, con un finale inaspettato.
L’Inter, infatti, alla fine non solo non ha venduto i big, ma anche comprato, e nemmeno poco. Ansaldi, Candreva, Gabigol, Joao Mario, Banega, trattenendo di fatto la struttura dell’anno scorso. Colpi che non sono stati certo economici: toccherà al Suning, poi, riequilibrare la situazione nei confronti dell’Uefa. Andiamo ad analizzare, intanto, quello che dovrebbe essere l’impatto del calciomercato sul prossimo bilancio, una stima preliminare in base alle fonti di stampa.
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Inter, l’impatto del calciomercato in entrata
Dimenticati i prestiti con obbligo di riscatto, l’Inter si è mossa solo con operazioni a titolo definitivo. La prima trattativa, in ordine cronologico, è stata però quella che ha portato Ever Banega in nerazzurro: affare a costo zero (in attesa di capire se e quanti oneri per gli agenti saranno inseriti a bilancio), con un costo dello stipendio lordo intorno ai 6 milioni di euro. Il ds interista Ausilio avrebbe in realtà chiuso un altro colpo a zero, il terzino Caner Erkin, passato però nella stessa sessione di mercato in prestito al Besiktas, con stipendio interamente pagato dal club turco.
L’affare per Cristian Ansaldi, con il Genoa, è stato invece “equilibrato” dalla cessione ai rossoblu di Laxalt (che vedremo in seguito): il difensore argentino sarebbe stato valutato circa 9,8 milioni, di cui 2 pagati e 7,8 tramite la cessione del cartellino dell’esterno uruguaiano. Oltre all’arrivo di Caprari dal Pescara (ma l’esterno rimarrà in Abruzzo in prestito), c’è da registrare anche il riscatto di Brozovic, 5 milioni dopo i 3 di prestito alla Dinamo Zagabria.
Tre però i colpi che hanno acceso l’entusiasmo dei tifosi nerazzurri. Prima quello di Antonio Candreva, poi quello di Joao Mario, infine quello di Gabigol: i tre acquisti che pesano per la maggior parte sui conti del calciomercato interista, visti i quasi 90 milioni spesi per i cartellini. Il “record” come impatto a bilancio è relativo al centrocampista portoghese, che dovrebbe pesare intorno ai 14 milioni di euro.
Complessivamente, la spesa per i cartellini ha superato i 100 milioni di euro: a livello di bilancio, l’impatto totale dovrebbe essere di circa 50 milioni, di cui quasi 24 come maggiori ammortamenti e 28 per i nuovi stipendi.
Inter, l’impatto del calciomercato in uscita
«Sarà necessario arrivare a un equilibrio tra acquisti e cessioni, sia realizzare 50 milioni di plusvalenza nel corso del prossimo esercizio». Così parlava Erick Thohir lo scorso maggio. La realtà, poi, è stata un’altra, dopo l’ingresso in società del Suning. L’unica vera cessione dell’estate nerazzurra è stata quella di Laxalt, rientrata nell’affare Ansaldi, che, stando alle indiscrezioni, sarebbe valsa una plusvalenza di poco meno di 7 milioni di euro per le casse nerazzurre. L’unica altra plusvalenza rilevante dovrebbe essere stata quella per la cessione di Biraghi al Pescara, affare che invece rientrava nell’operazione per Caprari.
Gli altri addii, oltre quelli di Telles e Ljajc (fine prestiti), che hanno portato un risparmio sui cartellini, sono state quelle di Juan Jesus e Dodò, entrambi in prestito con obbligo di riscatto (rispettivamente a 8 e a 5 milioni). La prima, però, non è certa, visto che è legata “al raggiungimento di determinati risultati”; la seconda, invece, potrebbe anche essere contabilizzata subito, ma rappresenterebbe una minusvalenza per il club nerazzurro. In compenso, l’Inter incasserà 3 milioni complessivi per i prestiti dei due giocatori.
In totale, comprendendo il risparmio degli ingaggi e degli ammortamenti, l’impatto positivo sul bilancio si dovrebbe aggirare intorno ai 25 milioni di euro: sostanzialmente, la metà di quanto dovrebbero pesare gli investimenti. Gli stipendi dovrebbero essere cresciuti di circa 17 milioni, mentre gli ammortamenti intorno ai 22. Un disavanzo generale che, con riferimento al Fair Play Finanziario, dovrà essere colmato eventualmente con cessioni a gennaio o con la mano del Suning.