Stipendi dirigenti Serie A – Clima di spending review nelle società di Serie A, che arriva a pervadere anche gli emolumenti per i Consigli di Amministrazione.
Questo è quello che emerge dalla nostra analisi sull’ultimo bilancio pubblicato delle principali società del campionato italiano.
Stipendi dirigenti Serie A – I tagli del Napoli
È sicuramente sorprendente la drastica riduzione imposta dal board napoletano, composto dai 4 membri della famiglia De Laurentiis e dal braccio destro Andrea Chiavelli. Complice una riduzione del fatturato pari al 24%, il CdA guidato da Aurelio De Laurentiis ha diminuito i propri emolumenti dai 5,5 milioni di euro del bilancio 2013/14 al milione del bilancio appena chiuso.
Con questa decisione, il CdA azzurro perde il primo posto di questa speciale classifica in favore della Juventus.
Stipendi dirigenti Serie A – Juve e Roma al top
Il CdA bianconero ha deciso di premiare i risultati ottenuti sia a livello economico-finanziario (+16% del fatturato 2014/15 rispetto all’anno precedente) sia sul campo (la conquista del quarto scudetto consecutivo e della coppa Italia), elargendo ben 4 milioni di euro ai suoi 10 membri, in leggera crescita rispetto al 2013/14 (+4%).
Tra questi, Beppe Marotta raccoglie più della metà del totale grazie alla retribuzione come Amministratore (€ 25 mila), Amministratore Delegato (€ 1,2 mln) e Direttore Generale Area Sport (€ 502 mila), più i relativi bonus (€ 638 mila di cui 100 mila per la vittoria dello Scudetto).
Al presidente Andrea Agnelli e all’altro AD Aldo Mazzia spettano “solo”, rispettivamente, 492 mila euro (+1% sul bilancio precedente) e 648 mila euro (+35% sul 2013/14).
Da segnalare che per i 2 AD (e per altri 18 dipendenti con posizioni di rilievo) è previsto anche il Piano di Incentivazione a lungo termine, che si traduce in bonus monetari legati, nello specifico, alla riduzione dell’Indebitamento finanziario netto e continua crescita dell’EBIT.
Dietro al club torinese si piazza la Roma. La società giallorossa, in linea con lo stile manageriale impiantato da Pallotta, ha previsto una sostanziosa remunerazione per i suoi consiglieri pari a 2,8 milioni di euro, seppur in discesa rispetto al bilancio precedente (-8%).
Pur con risultati sportivi solo parzialmente in linea con le ambizioni del club giallorosso (qualificatosi per due anni di fila alla Champions League grazie ai due secondi posti in Serie A alle spalle della Juve), i risultati economico-finanziari giustificano la somma uscita dalle casse, visto che l’ultimo fatturato registra un +41% rispetto al bilancio precedente e il rapporto costi/ricavi si è ridotto, avvicinandosi alla parità.
Da segnalare come tra i periodi dei 2 bilanci, la società ha ampliato il numero di consiglieri da 4 a 11 pur riducendo la loro remunerazione. Questo è stato possibile perché il benvenuto a ben 7 nuovi membri (tra cui Mia Hamm, probabilmente considerata la più grande calciatrice di sempre) è stato riequilibrato dall’addio a novembre 2014 del COO Claudio Fenucci e del suo pesante stipendio (€ 788 mila nel 2013/14 vs €404 mila nel 2014/15).
Tra gli altri amministratori, l’AD Italo Zanzi (1,5 mln euro) e il Direttore Generale Baldissoni (760 mila euro) oltre alla loro parte fissa, hanno ricevuto rispettivamente 300 mila e 150 mila euro per aver raggiunto uno degli obiettivi sportivi previsti, la qualificazione alla fase a giorni della Uefa Champions League.
Considerato che il presidente James Pallotta non percepisce alcun emolumento per la carica, il secondo dirigente più pagato della Roma è il direttore sportivo Walter Sabatini, che però non siede nel consiglio di amministrazione.
Per la stagione scorsa Sabatini ha ottenuto un compenso di circa 1 milione di euro lordi. Tuttavia, a differenza degli altri top manager della Roma e di altri club di Serie A come la Juventus, lo stipendio di Sabatini non ha alcuna componente variabile legata agli obiettivi.
Il contratto del direttore sportivo giallorosso, rinnovato nel maggio del 2014 fino al 30 giugno 2017, prevede infatti un corrispettivo annuo lordo di 1,074 milioni di euro, a prescindere dai risultati sportivi ed economici del club.
Stipendi dirigenti Serie A – Le differenze tra Milan e Inter
Tra Milan e Inter il divario registrato è molto rilevante. Da un lato, la società di Berlusconi distribuisce ai suoi consiglieri oltre 2 milioni di euro, mentre l’Inter si attesta a 320 mila, in attesa dell’inserimento del nuovo DG Giovanni Gardini.
Le somme dell’ultimo bilancio sono sostanzialmente stabili rispetto a quelle pubblicate in quello precedente, coerentemente con la situazione sia di Milan che Inter. Le due società meneghine non stanno ottenendo i grandi risultati in linea con la loro storia né sul campo né a livello societario, pagando l’incertezza dovuta alla vicenda Mr Bee per i rossoneri e alla tenuta dei conti per i nerazzurri.
Non essendo quotate le due società, non abbiamo il dettaglio dei singoli stipendi, ma ci attendiamo che i 2 AD Barbara Berlusconi e Adriano Galliani dal lato rossonero, e il CEO Michael Bolingbroke in casa nerazzurra, ricevano la parte più consistente del totale.
Stipendi dirigenti Serie A – Sampdoria, Fiorentina, Sassuolo e Torino
Sampdoria, Fiorentina, Sassuolo e Torino sono le società italiane che si attestano sotto al milione di euro per i compensi dei loro amministratori.
Il board blucerchiato, dopo all’arrivo alla presidenza di Massimo Ferrero, ha azzerato i compensi al consiglio di amministrazione, che nell’esercizio 2013 ammontavano a 313 mila euro. Per quanto riguarda l’esercizio 2014 la Sampdoria ha versato ai propri amministratori circa 600 mila euro. Ma si tratta dei compensi relativi al board in carica fino al 12 giugno 2014 e relativi dunque alla gestione Garrone. Va infatti segnalato che “l’Assemblea degli Azionisti del 30 giugno 2014 ha deliberato che al Consiglio di Amministrazione (quello con Ferrero presidente) in carica fino all’approvazione del presente bilancio non venga riconosciuto alcun emolumento”.
Emolumenti inferiori al milione di euro anche per la Fiorentina che ha però coerentemente ridotto gli emolumenti previsti per i propri amministratori del 40%, passando dagli € 850 mila del 2013 ai € 500 mila del 2014.
Il Sassuolo del patron Squinzi ha invece previsto 344 mila euro per il suo board, premiato sia per i risultati sul campo che per la crescita del fatturato del 75%, che ha permesso alla società di sfondare il muro dei € 50 milioni di ricavi.
Chiude il Torino che divide solo 10 mila euro tra i suoi 5 membri, che comprende anche il presidente Cairo.
Stipendi dirigenti Serie A – Lazio e Genoa
Lazio e Genoa, in contrapposizione ai board milionari delle altre società analizzate, sono le squadre che non danno compensi direttamente ai loro consiglieri. Tuttavia, va sottolineato che Lotito, pur rinunciando alla remunerazione da presidente del club, incassa comunque cifre importanti, attraverso i servizi che le sue società personali vendono alla Lazio.