“Vediamo, non credo ci sia ancora nulla approvato”. Ma l’idea non è da escludere. L’amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, non conferma le voci secondo cui il Milan – con Barbara Berlusconi in persona – si sarebbe presentata dall’istituto di credito per chiedere dei finanziamenti per lo stadio, che costerà 300 milioni, metà dei quali il club vorrebbe ottenere in prestito dalle banche. “Non mi risulta un approccio concreto con noi – ha detto Ghizzoni, aprendo però ad un possibile intervento del gruppo nello stadio rossonero -. Di certo Unicredit anche in passato è stata operativa nel project financing e l’ha fatto con stadi importanti come l’Allianz Arena del Bayern Monaco, con due stadi polacchi per gli Europei e per uno stadio in Turchia. Se è un progetto che si autofinanzia come lo sono gli stadi di solito siamo aperti a valutarlo – ha concluso Ghizzoni -, ma non mi sembra che ci sia stato un approccio concreto sul tema”.
Il nuovo impianto del Milan al Portello deve ancora superare l’ostacolo del voto del Consiglio Comunale milanese, che potrebbe bocciare la costruzione dello stadio sui terreni che la Fiera ha concesso al Milan dopo mesi di attesa, motivo per cui Ghizzoni ha detto: “Non mi pare che il progetto sia stato approvato definitivamente”. Il contratto prevede che il club paghi alla Fondazione circa 4 milioni di euro all’anno per i prossimi 50 anni: si parla dunque di 200 milioni di euro sul lungo periodo, che il Milan “dovrà pagare anche se non otterrà l’ok sullo stadio dal Comune”, ha fatto sapere la settimana scorsa il presidente della Fondazione che controlla la Fiera, Benito Benedini.
Ghizzoni comunque è sembrato possibilista. Ma molto del futuro dello stadio rossonero dipende anche da queste due settimane, in cui è atteso il closing della trattativa tra Mr Bee Taechaubol e Silvio Berlusconi: entro il 31 luglio il thailandese dovrà portare al Milan i quasi 500 milioni di euro per il 48% della società, che serviranno anche alla costruzione dello stadio.