Carlo Tavecchio, numero uno della Lega Nazionale Dilettanti dal 1999 e ora nuovo presidente della Figc dopo il disastro del Mondiale brasiliano, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera, nella quale ha toccato diversi temi, ma sottolineando la necessità di attuare in breve quelle riforme che avranno il difficile compito di riportare il calcio italiano ai consueti livelli d’eccellenza.
La preparazione dell’Europeo
L’intenzione dei club della Serie A è quello di voler chiudere il campionato del 2016 il 22 di maggio, proprio a ridosso dell’inizio del torneo continentale. Per Tavecchio, questa, sarebbe un’ipotesi da non assecondare in quanto “un Europeo non si può preparare in 18 giorni. Quindi sono convinto che questo non succederà, con la collaborazione di tutti. La medi è di 28, 8 giorni. Chiederò la conclusione anticipata del campionato“.
Per Tavecchio Serie A a 18 squadre
Tavecchio ha innanzitutto sottolineato la necessità di tornare ad un campionato a 18 squadre e come questo sia il grande obiettivo del 2015: “E’ il grande obiettivo del 2015, insieme alla qualificazione all’Europeo del 2016. Vogliamo arrivare entro il 30 giugno a votare la delibera sui format della stagione 2016-2017, come previsto dalle norme esistenti: Serie A a 18, Serie B a 20, Lega Pro da verificare, tenendo presente che la Serie D ha ampi margini di sviluppo”.
La scelta di Antonio Conte per guidare la nazionale
La débâcle della nazionale guidata da Cesare Prandelli in Brasile ha costretto Tavecchio a rivedere il delicatissimo ruolo del Ct degli azzurri, dopo le dimissioni dell’ex Fiorentina. Il ventaglio di nomi era ampio, ma, alla fine, il presidente della Figc ha colto l’occasione: “Pensavo di riavere un punto di riferimento perchè serve una linea comune tra le nazionali se si vuole dare omogeneità anche tattica alle squadre azzurre. Pensavo a Guidolin, Zaccheroni, anche a Zeman, Poi a luglio Conte e la Juventus si sono lasciati; c’era la possibilità di puntare su di lui come ct ma è subito emerso il problema dell’ingaggio. La soluzione Conte era molto interessante, così ho chiamato personalmente i dirigenti della Puma e abbiamo trovato una soluzione che credo soddisfa tutti: Conte ha firmato ed è diventato ct e coordinatore di tutte le nazionali; la Puma ha allungato il contratto di sponsorizzazione per altri due anni con la Figc; Conte ha ceduto i diritti di immagine. E’ un personaggio che piace alle aziende: rischiamo di avere un ct a costo zero“.
Il rilancio della nazionale
“Con Conte ci sentiamo quasi tutti i giorni, è un uomo tenace e un allenatore di grande valore. Non abbiamo mai lasciato solo il ct e il suo staff. L’obiettivo è chiarissimo: restituire prestigio e forza al club Italia. La nazionale è l’immagine del Paese. Chi cerca di opporsi al raggiungimento di questo obiettivo significa che è contro la crescita del sistema“.
Fabio Colosimo